L’ipertrofia prostatica benigna è una condizione molto comune, che interessa circa 6 milioni di uomini italiani: circa il 50% degli over 50 e l’80% degli over 80 affronta ogni giorno i sintomi urinari collegati all’ingrossamento della prostata.
In Liguria, con oltre 700mila uomini over 50, il disagio può arrivare a interessare oltre 350mila pazienti, vista la maggiore età media della popolazione maschile. Il fisiologico ingrossamento della prostata con il passare degli anni si ripercuote sulle basse vie urinarie, provocando sintomi fastidiosi che compromettono la qualità della vita: la necessità frequente di urinare, specialmente di notte, il bisogno urgente di svuotare la vescica durante il giorno, un flusso urinario debole o la difficoltà a svuotare completamente la vescica portano molti pazienti a ridurre le proprie attività quotidiane e i propri spostamenti o a vivere con imbarazzo la vita lavorativa e di relazione.
Per rispondere a questi fastidiosi sintomi è disponibile un nuovo trattamento, un dispositivo mininvasivo che può essere inserito senza interventi chirurgici, senza impianti permanenti e senza l’utilizzo di cateteri.
Si chiama iTind, è un brevetto israeliano distribuito da Olympus e sviluppato per trattare in modo mininvasivo i sintomi dell’ipertrofia prostatica. È realizzato in nitinol, una lega di nichel e titanio con memoria di forma, capace cioè di mantenere e recuperare la sua forma originale anche dopo essere stato deformata termicamente. Viene inserito ripiegato tramite una sonda attraverso l’uretra e si apre a “ombrello” all’ interno dell’uretra prostatica. La procedura d’inserimento, in anestesia locale o lieve sedazione, dura 5-10 minuti e il paziente può tornare a casa poco dopo. Il dispositivo rimane in posizione per 5-7 giorni, esercitando una compressione meccanica che rimodella i tessuti prostatici e del collo della vescica, ricreando delicatamente i canali per consentire la fuoriuscita dell’urina. Viene poi rimosso in ambulatorio, permettendo un rapido sollievo dai sintomi e un ritorno immediato alle attività quotidiane senza richiedere un catetere.
Il dottor Fabrizio Gallo, urologo presso l’Ospedale di Savona, è tra gli esperti italiani che per primi hanno adottato il nuovo dispositivo mininvasivo per il trattamento dell’iperplasia prostatica benigna: “L’innovazione di questo trattamento mininvasivo rappresenta un enorme passo avanti per i pazienti affetti da ipertrofia prostatica benigna. Finalmente, possiamo offrire una soluzione che non solo allevia rapidamente i sintomi urinari, ma lo fa senza la necessità di interventi chirurgici o l’uso di impianti permanenti e cateteri. La risposta da parte della maggior parte dei pazienti è estremamente positiva nella pratica clinica: riferiscono un miglioramento significativo della qualità della vita e un rapido ritorno alle normali attività quotidiane.”
Il trattamento con iTind è indicato per uomini che desiderano evitare la terapia farmacologica o gli interventi chirurgici più invasivi e che abbiano un volume prostatico inferiore ai 75ml, ancora una buona funzionalità della vescica e che non presentino lobo mediano ostruttivo. Il dispositivo può essere utilizzato anche in chi presenta collo vescicale alto o ostruzione primitiva del collo vescicale.
Studi clinici peer-reviewed hanno confermato la sicurezza e l’efficacia del dispositivo, anche a lungo termine, con risultati positivi fino a 6,6 anni dopo il trattamento.