Arad, una città sotto il segno del drago. Ordine del Drago di   Antoniu Martin, storico e giornalista

Arad, una città sotto il segno del drago. Ordine del Drago di Antoniu Martin, storico e giornalista

 Godendo dei privilegi speciali conferiti dallo status di città reale libera nel 1834, Arad sviluppò, a partire dalla seconda metà del XIX secolo, il profilo architettonico che ancora oggi la contraddistingue nel panorama delle città della Romania e dell’Europa centrale.
 In termini architettonici, oltre agli elementi dominanti specifici dello stile secessionista, identifichiamo rappresentazioni sincretiche dal carattere esoterico in numerosi edifici costruiti tra il 1870 e la Prima Guerra Mondiale.
 Dalle case private sulle cui facciate si possono ancora osservare scene iniziatiche come l’evoluzione spirituale dell’uomo sotto lo sguardo del Grande Architetto – è il caso della casa in via Ghiba Birta progettata da Milan Tabacovici -, o il rituale del grado dei compagni – nella casa dell’architetto Fenyves Karoly ubicata in via Octavian Goga -, allo storico tempio massonico inaugurato nel 1905 in stile neo-greco o a edifici come il Palazzo Steiner o Rozsnyai, l’occhio esperto può decifrare una moltitudine di simboli molto speciali.
 In quale altro modo potremmo nominare l’Albero della Vita, la Medusa, l’Uccello dell’Anima, il Pavone, il Leone o la Conchiglia, per citarne solo alcuni?
 Oltre a quelli elencati sopra, su alcuni edifici del centro città abbiamo identificato il simbolo del Drago in diverse pose. Nel Palazzo Steiner, nella zona di Boul Roșu, i draghi sono raffigurati sotto forma di draghi con teste incrociate. Nell’edificio in cui operava la Società Széchenyi, in via Decebal n. 18, possiamo vedere due imponenti draghi che sembrano dominare la facciata, che contiene anche il Leone come simbolo di potere, il melograno come rappresentazione di purezza e la conchiglia che simboleggia l’origine della vita.
 Un’altra rappresentazione di draghi, questa volta con le code arrotolate a formare il Caduceo, simbolo della trasmissione della conoscenza dagli dei agli umani, si trova sulla facciata del Collegio Nazionale Moise Nicoară in via Decebal.
 Come mai i draghi sono diventati tra i simboli più rappresentati nell’architettura esoterica di Arad? Ci troviamo di fronte a un’arte con un messaggio? Se sì, qual è?
 Per avere una prospettiva più complessa, passiamo a un po’ di storia. Come è noto, nel 1408 il re ungherese Sigismondo di Lussemburgo fondò l’Ordine del Drago, il cui scopo dichiarato era quello di combattere i pagani. Questi aspetti sono abbastanza noti. Ciò che non è noto, tuttavia, è che l’ordine, che riuniva nobili cattolici ma anche boiardi ortodossi provenienti da tutta l’Europa centrale e orientale, era strutturato su più livelli di conoscenza come una vera e propria società iniziatica.
 Come si evince dall’atto di fondazione, l’Ordine del Drago, attraverso la Cerchia Interna che lo guidava, aveva una tradizione iniziatica molto speciale che si presumeva di trasmettere ulteriormente nel tempo. Oggi, è nota l’influenza dei Templari che si ritirarono in questa regione d’Europa nella costruzione dell’Ordine del Drago.
 Nel Medioevo ma anche nell’era moderna, quasi tutti gli esponenti della nobiltà e dell’aristocrazia transilvana facevano parte della Confraternita del Drago. Nel caso di Arad, possiamo identificare alcune famiglie nobili attivamente impegnate nella promozione degli ideali ereditati da generazioni.
 Emblematico del modo in cui il passaggio dal Medioevo all’età moderna avvenne a livello iniziatico nel caso di Arad fu il caso della nobile famiglia Bohus.
 Secondo un documento inedito – rinvenuto nella collezione privata del caloroso nativo di Arad Ciprian Cristea – nel 1785, al nobile di Arad Janos Bohus, uno degli stretti collaboratori dell’imperatrice Maria Teresa, fu concesso il privilegio di fondare in Transilvania una società iniziatica elitaria dell’epoca, chiamata Circolo Teorico di Salomone.
 In altre parole, l’Ordine del Drago, di cui il suddetto nobile era membro, fu una delle coordinate su cui si formò l’Illuminismo in questo spazio. La conoscenza, che era accessibile solo a una cerchia ristretta, ora doveva essere estesa a tutti i cittadini.
 Non dovrebbe sorprenderci che, quando fu costruita la Scuola Superiore Reale per Ragazzi di Arad negli anni ’70 del XIX secolo, l’attuale Collegio Moise Nicoară, la Società Széchenyi volle raffigurare il drago sul rispettivo edificio.
 Il messaggio trasmesso ai contemporanei e ai posteri era che una scuola deve educare non solo i singoli individui, ma anche la comunità nel suo complesso. Inoltre, le élite di quei tempi volevano comunicarci attraverso i simboli che Arad era e doveva rimanere una città multiculturale, tollerante e aperta, che, assumendo con orgoglio il suo passato, guarda con fiducia al futuro.

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