Sistemi di demolizione selettiva, servizio di audit pre-demolizione, riciclo dei materiali compositi: sono i temi principali della tavola rotonda “Sfide e soluzioni innovative circolari nel settore edilizio”, inserita all’interno del Festival dello Sviluppo Sostenibile di Bologna organizzata dalla startup Cyrkl. L’incontro, dedicato ai rifiuti di costruzione e demolizione, ha fornito interessanti spunti di riflessione sul futuro dell’edilizia sostenibile.
Il tema della demolizione selettiva è stato trattato da Anna Mazzi, docente di Ingegneria dell’Università di Padova, e Federica Savini, responsabile del team di consulenza di Cyrkl Italia. Quest’ultima ha presentato il servizio di audit pre-demolizione che permette di valutare in anticipo i processi di demolizione e quindi ridurne l’impatto ambientale. A tal proposito, Giorgio Ghiringhelli (Ambiente Srl) grazie al Progetto SWITCH ha individuato soluzioni alternative per il trasporto degli inerti, tra Lombardia e Canton Ticino.
Relativamente al recupero dei materiali, Stefano Ravaioli (Strade Italiane e Bitumi), ha prospettato il riciclo dell’asfalto fresato mentre Davide Delfrate, ricercatore e CEO di Fibereuse Tech, la fibra di vetro riciclata per l’edilizia e l’arredamento. Veronica Angelozzi (La Banca della Calce) consiglia gli scarti della canapa industriale per la regolazione termica degli edifici e Daniele Susanni di Ramboll Italia, ha mostrato come l’azienda abbia utilizzando materiali recuperati nella costruzione della diga foranea del porto di Genova.
Le aziende che hanno utilizzato questi materiali, però, hanno riscontrato ostacoli a livello normativo. Il decreto sull’End of Waste dei rifiuti da costruzione e demolizione presenta parametri restrittivi sulla percentuale di materiale recuperabile, compromettendo le operazioni di recupero. Le consultazioni con le imprese, però, hanno portato a una revisione del decreto, dimostrazione di quanto sia importante l’instaurarsi un rapporto più chiaro tra aziende e istituzioni per uno sviluppo sempre più sostenibile dell’edilizia.
Giulia Lecis