Il Segretario Generale della Cisl, Luigi Sbarra, partecipa alla Scuola Socio-Politica della Diocesi di Assisi in un dialogo con Francesca Di Maolo, Presidente del Serafico: “Assisi città-simbolo di accoglienza. Lavoriamo anche per dare maggiori tutele ai più fragili”
“Ripensare a un modello di sviluppo partendo da un’economia solida, basata su partecipazione, sostenibilità, inclusione e giustizia sociale”. Così il Segretario Generale della Cisl, Luigi Sbarra, ha aperto il suo intervento all’incontro ‘Lavoro e Partecipazione’ promosso dalla ‘Scuola Socio-Politica Giuseppe Toniolo’ della Diocesi di Assisi che si è tenuto all’Istituto Serafico di Assisi. “La Cisl è un’associazione laica – ha spiegato Sbarra – ma è storicamente vicina ai valori della Dottrina Sociale, ed è per questo che definiamo il lavoro non come un semplice fattore economico, ma come un’espressione essenziale dell’essere persona”. Il segretario della Cisl ha inoltre ribadito come il lavoro in questi anni sia stato “a lungo calpestato, a vantaggio del profitto e di un mercato che lo ha posto alla stregua di qualunque altra merce, e il risultato è sotto gli occhi di tutti: aumento della povertà, disuguaglianze, precarietà, tante donne imprigionate in carriere frammentate e part-time involontari, continui incidenti nei luoghi di lavoro”. E dunque, ha aggiunto, “è necessario ripensare a un nuovo modello di sviluppo, costruendo un’economia sociale di mercato basata su partecipazione, sostenibilità, inclusione, giustizia sociale: un’economia al servizio delle persone”.
Sbarra ha ricordato poi come, già nel corso del Congresso del maggio 2022, la Cisl abbia lanciato l’idea della proposta di legge popolare sulla partecipazione: “L’obiettivo – ha spiegato – è applicare finalmente l’articolo 46 della Costituzione e lasciarsi definitivamente alle spalle il Novecento”, perché “occorre segnare una cesura tra un’epoca dominata dal conflitto tra capitale e lavoro, dalla logica permanente della divisione pregiudiziale e della contrapposizione ideologica tra impresa e lavoratori, per entrare pienamente in una stagione di piena ed effettiva democrazia economica”. E’ necessario, ha aggiunto poi, “partecipare per crescere insieme: è questo il vero approdo per cui ogni riformista dovrebbe battersi, se interessato alla pace, al benessere ben distribuito, a sistemi economici più giusti, solidali e produttivi”.
La Presidente dell’Istituto Serafico e Direttore della Scuola, Francesca Di Maolo, ha declinato poi il tema del lavoro in chiave inclusiva, ribadendo la necessità di aumentare gli sforzi nell’ambito dell’inclusione specialmente sotto il profilo culturale: “Ci sono persone condannate a non entrare mai nel mondo del lavoro se non si dà loro una chance di futuro, una possibilità. Noi al Serafico, giorno dopo giorno, lavoriamo affinché ognuno possa esprimere sé stesso in tutti gli ambiti del quotidiano. L’inclusione si realizza assicurando a tutti lavoro, sanità e istruzione e su questo siamo tutti chiamati ad impegnarci. Abbiamo molte attese su questi temi per il G7 sulla Disabilità e l’Inclusione che si aprirà ad Assisi ad ottobre”. Il Segretario della Cisl, a tal proposito, ha plaudito alla scelta di aprire le giornate del G7 “proprio ad Assisi, ché da sempre è un luogo simbolo di accoglienza e di valorizzazione delle diversità. Sarà una grande opportunità – ha aggiunto – per far avanzare diritti e tutele rispetto a una condizione che riguarda milioni di persone nel nostro Paese; persone che spesso vivono da sole, subiscono il problema della scarsità dei servizi di assistenza e delle insufficienti risorse loro destinate”.
La Presidente Di Maolo – nell’ambito dell’incontro al quale sono intervenuti anche monsignor Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, Stefania Proietti, sindaco di Assisi e Angelo Manzotti, segretario Cisl Umbria – ha prima sottolineato quanto “ogni lavoratore, all’interno della società sia un costruttore di democrazia”, poi ha evidenziato l’importanza, in ogni ambiente di lavoro, “di dare a ogni persona la possibilità di partecipare e di contribuire per esprimere al meglio il proprio potenziale e il proprio valore” perché, ha aggiunto, “solo nel lavoro ben fatto e attraverso la partecipazione alla vita lavorativa anche da parte degli esclusi o dei più fragili, che spesso proprio attraverso il lavoro riacquistano una propria dignità, si esprime la felicità”.