In attesa di far partire il nuovo tour dedicato alla sensibilizzazione sul melanoma, Heliocare di Cantabria Labs Difa Cooper, brand leader nella fotoprotezione dermatologica, ha reso disponibili i dati della campagna “Cerca il tuo neo” dello scorso anno.
Nel 2023 il brand di dermocosmesi, ha organizzato un tour nazionale che ha toccato 16 città offrendo visite gratuite di controllo dei nei per la diagnosi precoce del melanoma, con lo scopo di sensibilizzare la popolazione sui rischi di una mancata prevenzione. Nel corso delle visite è stato sottoposto ai pazienti un questionario per valutare la conoscenza della popolazione sui rischi connessi all’esposizione solare e sugli strumenti preventivi a disposizione (ovvero fotoprotezione topica e integratori alimentari da usare insieme ai solari). L’indagine ha coinvolto 1520 soggetti con età compresa tra 18 e 94 anni (il 32 % dei partecipanti aveva meno di 39 anni, il 38% aveva tra i 40 e i 59 anni, il 26% più di 60 anni e il 3% non ha specificato l’età) e si è rivelata un’importante occasione per fotografare le abitudini e le conoscenze relative alla fotoprotezione nell’ambito della prevenzione dei tumori cutanei.
I risultati della campagna 2023
Dai risultati dei questionari è emerso che, sebbene una buona percentuale di italiani utilizzi sempre la crema solare, solo il 18% applica la protezione ogni due ore. Giovani e anziani sottovalutano i rischi di una scorretta esposizione al sole e usano meno la crema solare rispetto alle persone di età compresa tra i 40 e i 60 anni. Le donne utilizzano maggiormente le creme solari rispetto agli uomini. Anziani e giovani sembrano sottovalutare l’importanza di una corretta esposizione al sole e usano meno la crema solare rispetto alle persone di età compresa tra i 40 e i 60 anni.
Tra le principali raccomandazioni per proteggersi dai rischi di un’eccessiva esposizione solare vi è l’utilizzo di creme solari. Dal questionario è emerso come il 55% dei soggetti intervistati utilizzi sempre la crema solare ma solamente il 18% la applica ogni due ore. Interessante notare come la maggioranza degli intervistati utilizzi fattori di protezioni alti o molto alti (60%) e sia consapevole del fatto che la crema protettiva non interferisce con l’abbronzatura (56%). Il 43% degli intervistati dichiara di aver avuto scottature solari gravi (pelle rossa o dolente con bolle d’acqua) durante l’infanzia o l’adolescenza. Solamente il 12% afferma di non essersi mai spellato dopo la prima esposizione al sole, contro il 65% che ha risposto positivamente.
Il 51% dei soggetti coinvolti nella survey è composto da anziani e giovani che usano meno la crema solare rispetto alle persone di età compresa tra i 40 e i 60 anni (62%), che la utilizzano maggiormente: la percentuale si riduce nei soggetti anziani (>60 anni, 51%) e nei giovani (<39 anni, 51%). Sebbene i soggetti con i capelli chiari (63%) utilizzino maggiormente le creme solari rispetto ai soggetti con i capelli scuri (37%), non ci sono differenze significative nell’utilizzo della crema solare tra i soggetti che hanno le lentiggini (59%) rispetto ai soggetti che non le hanno (54%) e tra i soggetti con occhi chiari (55%) o con occhi marroni (55%).
Durante lo screening sono stati individuati 280 nei sospetti, 11 melanomi di chiara diagnosi clinico-dermoscopica e 44 carcinomi basocellulari (BBC), 10 carcinomi a cellule squamose (SCC) e 75 casi di cheratosi attinica (AK).
Giovani e anziani e soggetti più a rischio
Da questa indagine emerge come il tema della prevenzione dei tumori cutanei sia ancora un argomento di attualità e come sia necessario continuare a investire sulle campagne di prevenzione, sensibilizzazione e di informazione sui rischi di una scorretta esposizione al sole. Sarebbero utili, infatti, approfondimenti circa la corretta fotoprotezione e la possibilità di ricorrere all’utilizzo di integratori alimentati per integrare la fotoprotezione topica. Dallo studio, infatti, è emerso come solo il 17% dei partecipanti utilizzi integratori alimentari (il 63% ne fa uso a scopo protettivo, il 29% per abbronzarsi più velocemente, il 9% per altri motivi). Le campagne di informazione dovrebbero porre particolare attenzione a quei soggetti con caratteristiche distintive (come, per esempio, lentiggini, occhi chiari…), correlate a una maggiore suscettibilità della cute, e a specifiche classi di età, quali i giovani e gli anziani, che sembrerebbero meno attenti a queste tematiche.
Il melanoma e i tumori della pelle
L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha classificato le radiazioni solari e i raggi ultravioletti (UVA, UVB, UVC) come cancerogeni. Premesso che la pelle è l’organo più esteso del corpo umano e che il tumore della pelle è uno dei più diffusi, i più comuni tumori della pelle sono i carcinomi basocellulari, che hanno origine nello strato più profondo dell’epidermide, e i carcinomi spinocellulari, che originano invece dalle cellule più superficiali dell’epidermide. Ci sono poi i melanomi, meno frequenti (rappresentano meno del 5% del totale dei tumori della pelle) ma molto più pericolosi.
Secondo i dati AIRTUM (Associazione Italiana Registri Tumori) l’incidenza del melanoma nel nostro Paese è raddoppiata negli ultimi dieci anni e nel 2020 sono stati diagnosticati circa 14.900 nuovi casi di cui 8.100 nei maschi e 6.700 nelle donne. L’incremento significativo di questa patologia è dovuto alla disponibilità di migliori strumenti diagnostici, alle campagne di sensibilizzazione per il controllo dei nei, e alla diffusione di una scorretta esposizione al sole e a lampade abbronzanti.
Il melanoma è un tumore che colpisce in età relativamente giovane: in Italia è il secondo tumore più frequente negli uomini under 50 e il terzo nelle donne in quella fascia d’età. L’identificazione precoce del tumore della pelle è un aspetto chiave per una terapia di successo. Sono diverse le iniziative che possono contribuire alla prevenzione di questa patologia: la protezione solare, l’educazione della popolazione e le campagne di screening.