Secondo anniversario della dipartita dell’antropologo Luigi Lombardi Satriani: l’esclusiva intervista al figlio Alfonso

Secondo anniversario della dipartita dell’antropologo Luigi Lombardi Satriani: l’esclusiva intervista al figlio Alfonso

A due anni dalla scomparsa del professor Luigi Maria Lombardi Satriani, l’intervista rilasciata dal figlio in occasione del primo anniversario della morte.

Calabrese di nascita, il professor Luigi Maria Lombardi Satriani di Porto Salvo, di famiglia aristocratica vibonese, si trasferì a Roma dove ha vissuto per circa cinquant’anni, dedicandosi alla ricerca e allo studio delle classi subalterne. Molti suoi studi sono stati orientati verso la cultura contadina, la religiosità popolare ed il folklore. Alto intellettuale, è stato impegnato nell’insegnamento oltre che negli atenei italiani anche all’estero, in particolare negli Stati Uniti. Un attento osservatore dell’antropologia visuale.

Tantissimi, gli importanti lavori pubblicati, molti dei quali tradotti nelle lingue di altri Paesi, si citano “Natuzza Evolo. Il dolore e la parola”, pare sia stato il primo studioso ad occuparsi della mistica di Paravati (CS), “Antropologia culturale e analisi della cultura subalterna”, “Nostalgia di futuro”.

È stato ricordato, nel primo anniversario della morte, avvenuta a Roma il 30 maggio 2022, in vari ambienti in Italia e, a tal riguardo, si rivolgono alcune domande al gentile figlio Alfonso Lombardi Satriani:

In occasione del primo anniversario della morte del professor Lombardi Satriani, ci sono state commemorazioni sia nel mondo accademico che nel suo Comune di nascita, ci può dire qualcosa in merito?

Le manifestazioni organizzate per ricordare mio padre Luigi Lombardi Satriani sono state diverse: innanzi tutto diversi gruppi e associazioni hanno voluto dedicare alla sua memoria premi e targhe che hanno ricordato il suo costante impegno per la cultura e per la crescita delle comunità con cui era in relazione. Il Comune di Briatico ha voluto istituire un premio di poesia a lui intitolato. Noi familiari, nel giorno del primo anniversario della morte, lo abbiamo ricordato in una manifestazione in cui abbiamo proiettato una intervista resa da mio padre al giovane studioso Gianluca Martini, coinvolgendo l’associazione Officina Fotografica con una mostra e il gruppo Laboart per una lettura di alcune poesie di mio padre, e il cui momento più emozionante è stato lo straordinario concerto per pianoforte della signora Maria Murmura Folino che ha reso un omaggio a Chopin, compositore molto amato da mio padre.

L’iniziativa più importante per ricostruire il percorso umano e intellettuale di mio padre è stata presa in ambito accademico da un nutrito gruppo di studiosi che hanno organizzato un convegno itinerante nelle principali sedi universitarie in cui mio padre ha insegnato. Dopo una prima giornata alla Sapienza di Roma, si sono già svolti due importanti convegni a Messina e a Cosenza e alla fine di ottobre due giornate di studio si terranno nelle università Federico II e Suor Orsola Benincasa di Napoli. L’evento conclusivo sarà il prossimo dicembre nuovamente a Roma.

Ad un anno dalla dipartita di suo padre cosa Le manca di più di lui? E, qual è l’insegnamento più importante che Le ha lasciato?

Mi manca la quotidianità del rapporto umano, l’amore che dimostrava con grande trasporto nei confronti di mio figlio.

Difficile parlare di un solo insegnamento: il rapporto con mio padre era fatto da anni di un continuo dialogo, sempre intenso, attraverso il quale sono cresciuto. Se devo indicare una cosa a cui lui certamente teneva, penso allo stimolo a continuare sempre a studiare e a sapere tradurre in risultati il proprio impegno.

Quando sentivo telefonicamente il professor Luigi, anche negli ultimi anni, era sempre in viaggio per le sue conferenze, è stato sempre attivo anche in età avanzata, ha lasciato qualcosa d’incompiuto? Qualche lavoro che pensa possa uscire postumo?

È sempre stato attivo e lucido, costantemente impegnato a leggere e studiare, ma anche a scrivere. Negli ultimi anni aveva continuato la riflessione antropologica, ma nessuno dei progetti a cui stava lavorando aveva un livello di compiutezza che possa consentire la pubblicazione.

Sino agli ultimi giorni della sua vita ha però scritto poesie. Aveva iniziato a scrivere versi sin dagli anni ’50 e aveva già pubblicato alcune raccolte. Dopo la sua morte la moglie Patrizia ha raccolto tutte le poesie edite, unendole a quelle che dovevano confluire in un nuovo libro e ha curato la pubblicazione di un volume uscito per l’editore Rubbettino con il titolo “Giochi d’amore e d’altro. Esercizi di realismo onirico” che raccoglie tutta la sua opera poetica. Credo che questa opera postuma consenta la possibilità di conoscere l’uomo Luigi Lombardi Satriani e non solo lo studioso.

Edvige Cuccarese

 

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