Vaccini politici in Puglia: ennesima intimidazione

Vaccini politici in Puglia: ennesima intimidazione

Il Consiglio regionale della Puglia ha approvato all’unanimità una nuova legge (Modifica alla legge regionale 16 febbraio 2024, n. 1) che punta ad aumentare la copertura vaccinale contro il Papilloma virus umano (Hpv).

Quando si parla di Legge Regionale è importante ricordare al lettore, ma soprattutto a chi le scrive che, una legge regionale per essere considerata valida, deve essere conforme alla legge nazionale e alla costituzione, diversamente si può considerare affetta da illegittimità costituzionale o incostituzionalità sotto il profilo formale o sotto il profilo sostanziale.

Risulta importante ricordare il disposto dell’articolo 32 della Costituzione: “ La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.

Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge.

La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.

Al momento non si parla di una legge vigente poiché in fase di promulgazione.

Quali sono le motivazioni che hanno portato alla stesura di questo capolavoro?

L’obiettivo dichiarato è quello di “rendere capillare il dovere d’informazione” e “debellare le infezioni da Hpv prevenendone le conseguenze cancerose”, come spiegano i promotori del provvedimento Fabiano Amati (Azione) e Pierluigi Lopalco (PD). “Si tratta di una strategia per ridurre i non vaccinati alla sola percentuale di chi sceglie consapevolmente il rifiuto“, hanno affermato.

Entriamo adesso nel merito della legge emessa dalla Regione Puglia e cerchiamo di capire cosa impone e se impone davvero qualcosa.

Cosa riporta l’art. 1)

“Per rendere capillare il dovere di informazione a carico delle autorità sanitarie e scolastiche sull’utilità della vaccinazione anti papilloma virus umano, così da debellare le infezioni e prevenire le relative conseguenza cancerose, nell’esclusivo interesse dei giovani pugliesi a una vita di relazione quanto più libera e affidabile, l’iscrizione ai percorsi d’istruzione previsti nella fascia di età 11-25 anni, compreso quello universitario, è subordinata, salvo formale rifiuto di chi esercita la responsabilità genitoriale oppure, dei soggetti interessati che hanno raggiunto la maggiore età, alla presentazione di documentazione, già in possesso degli interessati, in grado di certificare l’avvenuta vaccinazione anti-HPV, oppure un certificato rilasciato dai centri vaccinali delle Aziende sanitarie locali (ASL) di somministrazione oppure il rifiuto alla somministrazione del vaccino.

L’attestazione rilasciata dai centri vaccinali può anche limitarsi, su formale richiesta degli esercenti la responsabilità genitoriale o, ricorrendone i presupposti di legge, dagli stessi interessati, al mero riferimento sull’avvenuto espletamento del colloquio informativo sui benefici della vaccinazione.

Pertanto i presupposti ai fini dell’iscrizione ai percorsi di istruzione sono i seguenti:

  • Presentazione della documentazione che certifica l’avvenuta vaccinazione;
  • Rifiuto alla presentazione della documentazione;
  • La prenotazione della somministrazione della vaccinazione;
  • Rifiuto alla somministrazione del vaccino;
  • Certificazione che attesti l’avvenuto espletamento del colloquio informativo sui benefici della vaccinazione.

Riassumendo, l’iscrizione ai percorsi di istruzione è subordinata, salvo formale rifiuto, alla presentazione di documentazione.

Pertanto la condizione all’iscrizione non è la sola presentazione dell’avvenuta vaccinazione, ma anche il rifiuto alla presentazione della documentazione, che è una delle ipotesi previste dalla stessa legge, ragion per cui, basta semplicemente non presentare nessuna documentazione al momento dell’iscrizione.

Orbene: è doveroso scomodare la Costituzione richiamando l’art. 33 “L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento“. Quindi l’insegnamento non è subordinato alla vaccinazione.

Inoltre l0obbligo di istruzione va dai 6 ai 16, ed infine va richiamata la Legge 53/2003 che prevede: diritto/dovere all’istruzione per dodici anni, o almeno fino al conseguimento di una qualifica entro il 18° anno di età.“.

Dai 19 anni in su interviene il summenzionato art. 32 della Costituzione, “La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.

Atteso che ciò porterebbe ad una catalogazione dei dati personali e sensibili dei ragazzi Pugliesi, per arricchire sempre più la schedatura l’archivio sanitario, è intervenuto il Garante Privacy il quale apre una istruttoria ponendo dubbi su tale legge.

Il Garante per la protezione dei dati personali ha inviato una richiesta di informazioni alla Regione Puglia sul progetto di legge che introduce l’obbligo per gli studenti di scuole medie, superiori e università, di presentare una certificazione di avvenuta o mancata vaccinazione al Papilloma virus (Hpv) per potersi iscrivere ai relativi corsi di istruzione.

Nella richiesta di informazioni il Garante ricorda che il Regolamento europeo sancisce un generale divieto di trattamento dei dati sulla salute, a meno che non ricorrano specifiche esenzioni.

L’Autorità precisa inoltre che, sulla base della normativa di settore, la certificazione che attesta l’avvenuta vaccinazione può essere richiesta dal personale scolastico esclusivamente nei casi di vaccinazioni obbligatorie.

Tenuto conto della particolare delicatezza dell’iniziativa che vede coinvolti anche gli studenti minorenni, il Garante ha dunque invitato la Regione a far pervenire, entro 30 giorni, ogni elemento di informazione utile alla valutazione del caso“.

In ordine all’art. 2 della Modifica alla legge regionale 16 febbraio 2024, n. 1, riporta quanto segue:

Per rendere disponibile un’efficacia strategia della prevenzione delle malattie causate dal Virus respiratorio sinciziale (VRS) nei bambini, è autorizzata la somministrazione degli anticorpi monoclonali umani approvati dalle autorità regolatorie”.

Autorizzata non è sinonimo di obbligatoria, specialmente un farmaco non previsto tra quelli ritenuti a livello nazionale presumibilmente obbligatori dalla legge Lorenzin.

In conclusione, molti sono i presupposti che portano a pensare, che questa legge non vedrà mai la luce, principalmente i dubbi espressi dal Garante Privacy riportati nell’istruttoria.

Siamo davanti all’ennesimo spauracchio che cerca ancora di convincere le persone a vaccinarsi per volere politico. Nella malaugurata ipotesi in cui questa legge dovesse davvero essere pubblicata in gazzetta ed entrare in vigore, cosa che credo abbastanza difficile, vi invito a rileggere l’articolo da capo per capire come comportarsi per evitare una inoculazione non dovuta.

Francesco Paolo Cinquemani

*avvocato

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