4 Giugno 2024
Una colonna militare russa costituita da 18 mezzi sarebbe stata colpita con bombardamento di droni delle forze ucraine nella regione di Kursk, in Russia, al confine con la regione ucraina di Sumy. La notizia, riportata in diversi canali Telegram ucraini e russi (tra cui Dva Majora -che vanta oltre 700.000 iscritti-), non è però integrata dal numero delle vittime consequenziale all’attacco.
Nei canali ucraini, è data notizia che, l’attacco, sarebbe stato compiuto con droni kamikaze.
Il bombardamento segue dunque gli attacchi ucraini sul suolo russo avvenuti nella giornata di ieri -che avrebbero distrutto una batteria del sistema di difesa aerea S-300/400 attraverso l’utilizzo dei missili terra terra a lunga gittata Himars di origine statunitense.
Su Facebok, lo Stato maggiore di Kiev, ha reso pure noto che le forze missilistiche ucraine avrebbero effettuato attacchi con obiettivo una rotta che le navi russe percorrono attraverso la Crimea occupata e un terminal petrolifero nella regione russa di Krasnodar. Gli attacchi si innestano ai bombardamenti dei giorni precedenti – che hanno visto l’aeronautica militare, le forze missilistiche e l’artiglieria delle Forze di difesa ucraine colpire cinque aree di concentrazione del personale, quattro veicoli antiaerei, un veicolo di artiglieria e due depositi di munizioni russi.
Nella zona di Kharkiv, il ministero della Difesa russo ha invece dichiarato che le unità del gruppo di truppe Nord continuano ad avanzare; tre contrattacchi ucraini, per lo stesso ministero, sarebbero stati respinti (indicando quali perdite tra le forze armate ucraine, 105 militari, tre veicoli, un veicolo da combattimento del sistema missilistico antiaereo Osa, un obice M777 da 155 mm prodotto negli Stati Uniti , nonché un cannone da 122 mm obice D-30.
Con l’intensificarsi dell’escalation, intanto, sale la preoccupazione per gli armamenti in Europa. “La Nato ha due o tre anni per prepararsi ad un attacco russo”: è questo l’avvertimento del capo della difesa norvegese, il generale Eirik Kristoffersen, come riportato dal Telegraph. “Ci vorrà del tempo, il che ci dà una finestra per i prossimi 2-3 anni per ricostruire le nostre forze, le nostre scorte mentre sosteniamo Kiev”. Un lasso di tempo inferiore rispetto a stime precedenti considerato che a gennaio, il ministro della difesa tedesco, aveva avvertito che la Russia avrebbe potuto attaccare la nato in 5-8 anni.