Agenzia dell’Entrate e l’ansia del contribuente

Agenzia dell’Entrate e l’ansia del contribuente

L’Agenzia delle Entrate con la pubblicità giornaliera della scoperta di evasori, la sbandierata inquisizione fiscale che nulla ha da invidiare ai sistemi totalitari, l’invio di innumerevoli lettere ai contribuenti dal tenore vagamente intimidatorio ove si manifesta chiaramente l’esercizio da parte dello Stato del più minuzioso controllo ad personam, gli atti di intimazione ad un possibile inzio di procedure esecutive , il controllo sull’anagrafe dei conti correnti, sono tutti sistemi volutamente preordinati e studiati a tavolino per “stimolare” i cittadini a versare il dovuto allo Stato.

C’è una netta sensazione che i politici amministratori abbiano perso il senso della realtà, perchè sicuramente il recupero delle imposte dalle tasche del contribuente è giusto, ma la logica di questo recupero, secondo loro è alla base per la ripresa dell’economia della nazione, mentre l’effetto ottenuto è esattamente opposto. Basa farsi un giro tra gli studi dei commercialisti, degli avvocati o dei notai, per rendersi conto di ciò che sta realmente avvenendo è quello  di una politica fiscale persecutoria che toglie ossigeno agli imprenditori. Parlando con molti professionisti emerge l’incapacità dei contribuenti di far fronte alle azioni continue dell’Amministrazione fiscale e previdenziale, di pagare le imposte fedelmente dichiarate, ma anche di far fronte ai pagamenti di cartelle esattoriali emesse ni loro confronti per eventuali debiti ficali e previdenziali.

Sono aumentate le c.d. Rottamazioni, dal 2015 ad oggi, dove per chi aderisce c’è un risparmio su sanzioni ed interessi, ma con l’errore commesso dal legislatore che la rateizzazione concessa per il recupero del debito tributario non guarda alle reali capacità del contribuente debitore di poter sostenre quei pagamenti; Pertanto molti non portano a termine la Rottamazione e così si perdono i benefici stessi, con il reinizio per molti cittadini ed imprenditori del “calvario dell’ansia”; specialmente in una situazione estremamente delicata con gli italiani sempre più indebitati (+3,7% a marzo 2021, dati CRIF) e la maggioranza delle famiglie (il 60%) che dichiara di avere difficoltà ad arrivare a fine mese (Banca d’Italia, indagine di maggio).

Anche in precedenza l’Amministrazione Finanziaria e l’Inps procedevano all’applicazione delle sanzioni a carico dei contribuenti morosi, applicando la legge ma con un meccanismo di recupero molto più blando.
Il sistema sanzionatorio già in essere e tuttora in vigore, a differenza degli altri Stati europei, prevede multe, sovrattasse, penali, qualunque sia il nomen iuris del meccanismo punitivo, con percentuali e oneri che, se applicati da un privato, lo porterebbero automaticamente in carcere per usura.

Il decreto attuativo della delega fiscale recante la riforma del sistema sanzionatorio, approvato in via definitiva dal Consiglio dei Ministri del 24 maggio 2024 riguarda le violazioni che saranno compiute dal 1° settembre 2024, senza quindi alcuna efficacia retroattiva. Mentre, la disciplina del favor rei trova applicazione per le novità sulla disciplina del sistema sanzionatorio penale.

Pertanto resta la montagna di crediti arretrati il cosiddetto magazzino dei tributi mai versati che ammonta a 1.200 miliardi di euro, dove molti di quei crediti sono vanati nei confronti di defunti, imprese fallite o chiuse, cittadini in difficoltà ed incapienti; Poche le chance di recuperarne una parte (100 miliardi, si stima) e per questo, dicono i nostri politici, nascerà una commissione per cercare di trovare soluzioni, (sperando in soluzioni ragionevoli e realizzabili).

 

 

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