Sono state superate le 500 mila firme per i referendum popolari proposti dalla Cgil, a distanza di un solo mese e mezzo dall’inizio della campagna referendaria avviata il 25 aprile scorso;
Questi Referendum sono stati promossi dalla CGIL per permettere la creazione di un lavoro stabile, dignitoso, tutelato e sicuro e per abrogare alcune parti della disciplina del mercato del lavoro, in particolare alcune norme del cosiddetto Jobs Act, il pacchetto di misure di riforma approvato dal Governo Renzi tra il 2014 e il 2016.
I quesiti proposti sono 4:
Il primo quesito riguarda le norme sui licenziamenti illegittimi. Il proponente vuole abrogare le norme sui cosiddetti “contratti a tutele crescenti”, che consentono (in deroga rispetto alla disciplina ordinaria dell’Articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori) alle imprese di non reintegrare nel posto di lavoro un lavoratore licenziato in modo considerato illegittimo da un giudice. E’ utile sottolineare che l’Articolo 18, per come è oggi in vigore, non garantisce il diritto generalizzato alla reintegra. l’Articolo 18 si applica soltanto ai dipendenti delle aziende di medio-grandi dimensioni, con più di 15 dipendenti, mentre i lavoratori delle piccole imprese continuerebbero a essere tutelati soltanto con un indennizzo.
Il secondo quesito riguarda i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici nelle imprese con meno di 15 dipendenti. Attualmente, nel caso in cui in una piccola azienda si verifichi un licenziamento illegittimo è previsto il reintegro o l’indennizzo. La CGIL propone di definire il valore dell’indennizzo in maniera libera e discrezionale da parte del giudice, senza prevedere, un tetto massimo di sei mensilità.
Il terzo quesito riguarda l’obbligo di introdurre per qualsiasi contratto a termine la causale, ovvero le ragioni per cui un impresa usa un contratto a tempo determinato per assumere un lavoratore, obbligo che oggi non esiste più dal 2012 perchè cancellato con la riforma Fornero. Un quesito importante che serve per contrastare gli abusi da parte delle imprese e le forme di precariato del lavoro.
Il quarto quesito riguarda le norme sulla responsabilità delle aziende appaltanti. Attualmente, la normativa stabilisce che i committenti non sono responsabili per gli incidenti sul lavoro, quando le attività vengono delegate a imprese subappaltatrici. Questo quesito permetterebbe di responsabilizzare i committenti, che verrebbero così chiamati a rispondere al giusto risarcimento, in caso di incapacità dell’appaltatore o del subappaltatore.
Pertanto si invitano i lavoratori, di qualsiasi settore merceologico e di qualsiasi età, di incominciare a farsi una propria idea su argomenti che riguardano i propri diritti e le proprie tutele.
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