Ilaria Palomba, rinomata scrittrice e poetessa con un solido background in filosofia, ritorna tra i suoi lettori con “Scisma”, un’opera poetica che emerge come un diario intimo scritto durante un periodo di degenza nell’unità spinale del CTO di Garbatella. Questo periodo include un significativo soggiorno all’ospedale San Giovanni Addolorata. “Scisma” è un’opera che affronta temi profondi e personali come il suicidio, la disabilità, l’ospedalizzazione, la psichiatrizzazione, il rifiuto della vita e un rinato interesse per la fede in Dio.
Il libro si distingue per una serie di componimenti che non solo tracciano l’esperienza personale dell’autrice ma si spingono oltre, esplorando le sue radici letterarie e il confronto con maestri quali Celan, Pizarnik, Rosselli, e Metz. Palomba utilizza un linguaggio profondamente legato agli eventi vissuti, che in alcuni momenti diventa quasi astratto, delineando una realtà tangibile ma non completamente fusione con il testo.
L’opera presenta un ascetismo penetrante che accompagna il lettore in un viaggio emozionale profondo, mirando a un distacco dall’immagine preesistente di sé per confrontarsi con una nuova identità post-trauma. L’amore, tema ricorrente nell’opera, funge da mediatore, combattendo la solitudine e insufflando nuova vita in un’esistenza che sembra andare alla deriva.
Un passaggio particolarmente toccante del libro è la riflessione dell’autrice sul suo soggiorno in ospedale: “mi mancherà il martirio delle luci”, una frase che evoca un ricordo doloroso ma anche una speranza. Palomba si presenta in un burrone emotivo, vedendosi come un “residuo” piuttosto che come una persona intera, con domande potenti che sfidano il lettore a una riflessione interna: “non potrò essere più quella di prima? Specchiati nel mostro e chiedigli perché?”
“Scisma” di Ilaria Palomba è un’opera essenziale per chiunque si identifichi come un “sopravvissuto”, offrendo una poesia asciutta e contemplativa che guida il lettore attraverso un vortice di emozioni intense. Un libro che non solo racconta una storia di sofferenza e rinascita, ma invita anche a una meditazione profonda sull’essenza stessa dell’essere.