Il Presidente del Consiglio dei Ministri con nota Rep. atti n. 188 /CSR del 17 ottobre 2024, di intesa con le Regioni, ai sensi dell’articolo 8, comma 6, della legge 5 giugno 2003, n. 131, tra il Governo, le regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano sul documento recante “Attività per l’accesso universale dei neonati all’immunizzazione passiva contro il Virus Respiratorio Sinciziale (VRS)”, dava inizio al piano per immunizzazione con anticorpo monoclonale di tutti i neonati da agosto 2024, stanziando 50 milioni, che forse sarebbe stato meglio destinare al potenziamento della sanità pubblica, ma questa è un’altra storia.
Su tale intesa le regioni hanno iniziato a sfornare delibere sul Programma di immunizzazione contro il VRS in età pediatrica, in cui è riportato che “l’anticorpo monoclonale sarà OFFERTO gratuitamente presso i punti nascita per tutti i nati nel periodo epidemico tra il primo ottobre 2024 e il 31 aprile 2025”, di cui si riporta il link:
https://www.corriere.it/salute/malattie_infettive/24_settembre_01/virus-respiratorio-sinciziale-l-indagine-terapia-gratuita-in-quali-regioni-e-quando-partira-la-campagna-di-immunizzazione.shtml
Quindi, non è obbligatorio per legge ma, solo offerto per delibera regionale.
Questa è la solita finestra di Overton, che terrorizza e non impone.
L’inoculazione è una scelta consapevole dei genitori e di nessun altro, altrimenti assumerebbe i connotati di un TSO e non è questo il caso.
Ritengo opportuno richiamare la sentenza n.5/2018 della Corte Costituzionale che vieta alle Regioni di legiferare sull’obbligo vaccinale perché questione di interesse STATALE e non territoriale.
L’esistenza di una norma statale di principio in materia di legislazione concorrente, determina l’automatica abrogazione della preesistente norma regionale in contrasto con essa.
Appurato che il vaccino in questione è puramente facoltativo, adesso valutiamo il ruolo del medico in questa faccenda.
Innanzitutto, bisogna chiedere ai medici del reparto ostetricia e neonatologia se sono stati formati e informati riguardo le indicazioni e le controindicazioni del vaccino monoclonale VRS, cosa che dovrebbe essere scontata ma, la nostra esperienza ci suggerisce che non lo è. Informazioni importanti per poter dare risposte esaudienti e precise ai genitori, ai fini del consenso informato.
Sarebbe opportuno ricordare ai medici cosa sia un atto medico, visto che gli si chiede di inoculare un bambino nato da meno di 72 ore del quale non conoscono assolutamente nulla!!!, questa non è scienza ma, SPERIMENTAZIONE!
L’Unione Europea dei Medici Specialisti (UEMS) ha pubblicato un documento che contiene la “Definizione europea di Atto Medico”. Questa definizione, adottata per la prima volta nel 2005, è stata in seguito emendata nel 2006 e questa la versione approvata:
“L’atto medico ricomprende tutte le attività professionali, ad esempio di carattere scientifico, di insegnamento, di formazione, educative, organizzative, cliniche e di tecnologia medica, svolte al fine di promuovere la salute, prevenire le malattie, effettuare diagnosi e prescrivere cure terapeutiche o riabilitative nei confronti di pazienti, individui, gruppi o comunità, nel quadro delle norme etiche e deontologiche. L’atto medico è una responsabilità del medico abilitato e deve essere eseguito dal medico o sotto la sua diretta supervisione e/o prescrizione”.
La FISM (Federazione Italiana delle Società Medico-Scientifiche) afferma che: “l’atto medico comprende tutte le attività professionali finalizzate alla promozione della salute, alla prevenzione delle malattie, alla diagnosi e alla prescrizione di cure terapeutiche o riabilitative”.
Il medico o pediatra del reparto ostetricia quando inocula un bambino prima delle dimissioni che di solito sono previste entro le 72 ore dal parto, dovrebbe porsi le seguenti domande:
- Di quali studi dispone al fine di inoculare vaccini monoclonali a bambini sani?
- Di quali studi dispone sugli effetti della somministrazione di monoclonali sui neonati sati allattati al seno?
- Si è chiesto come avverrà la sorveglianza attiva, lo studio e la documentazione degli effetti della somministrazione?
- Si è chiesto come deve avvenire la visita pre-somministrazione, o se ci deve essere una tale visita e se verrà raccolta una anamnesi familiare dei genitori?
- Si è chiesto se, come per gli altri vaccini, sia previsto un esonero o un differimento?
- Si è posto la domanda su come informerà i genitori ai fini del consenso informato?
Le stesse domande possono essere poste dai genitori al medico vaccinatore di reparto.
Il medico o pediatra del reparto ostetricia, che si sottrae dall’inoculare il vaccino VRS deve sapere che non sono previste sanzioni.
Anzi ci sono solo responsabilità personali e professionali per il medico che ha inoculato il farmaco di cui non ha conoscenza e che non ha dato le dovute informazioni ai genitori, venendo meno ai dettami del consenso informato, e agli accertamenti preventivi previsti in caso di vaccinazioni.
Francesco Paolo Cinquemani
*avvocato