Tempo fa ho visto e ascoltato un’intervista ad un pubblicitario, Luigi Crespi, ideatore del famoso contratto con gli italiani con il quale Berlusconi vinse le elezioni politiche del 2001. Durante l’intervista a Crespi, la giornalista (non ne ricordo il nome) chiese al medesimo di come vedeva la Meloni come comunicatrice e se lui avesse avuto contatti con la Meloni medesima, nonchè, se la medesima gli avesse chiesto consigli.
Ebbene, dopo una pausa, Crespi la pose così (vado a memoria): “Io in genere vengo contattato da un committente per una campagna pubblicitaria, e suggerisco al mio committente alcune soluzioni, delle quali ne propongo una, in base alle condizioni date. La meloni invece ti contatta, e ti dice che ha un’idea, e ti chiede se quell’idea può funzionare”. A quel punto la faccia di crespi, esplicitava sommo stupore.
Perché ho raccontato questo aneddoto. Perché la Meloni è una pubblicitaria nata. E questo non lo dico io. Lo ha detto in una recente intervista, uno che di comunicazione se ne intende: Matteo Renzi. Infatti il noto uomo politico ha dato pubblicamente atto che è più brava di lui (“in questo”).
Vi cito solo due casi.
- Il Primo maggio del 2024, in un video messaggio, la Meloni illustrava ciò che il suo Governo stava facendo a favore dei lavoratori. Il tutto mentre entrava in sala del Consiglio dei ministri a favore di video, e fino a quando non si è seduta nella sedia del presidente. Solite polemiche, la “Meloni strumentalizza il Primo maggio”, bla bla bla… Risultato: la Meloni si è presa la scena del Primo maggio, oscurando i cosiddetti sindacati che dovrebbero difendere i lavoratori, e che quando Renzi fece il Jobs act, non risulta avessero fatto le barricate.
- Il 19 marzo scorso, la Meloni era in Parlamento per illustrare al Parlamento italiano medesimo, che cosa avrebbe detto al Consiglio europeo del 20-21 marzo, dopo apposito voto positivo parlamentare, circa la ormai famigerata linea della “Fuhrer Ursula” (copyright di Serghei Lavrov) di 800 miliardi.
Ebbene, dopo una iniziale e “istituzionale” illustrazione della Meloni sul punto (a detta della Serracchiani, Pd), la stessa (Meloni) tira un’esca alla cosiddetta sinistra parlamentare, circa la ormai nota questione del Manifesto di Ventotene, bla bla bla…e la sinistra che fa? Abbocca come una trota e si butta a piedi uniti su Ventotene, con parlamentari che addirittura si mettono a piangere (un PD, non ricordo il nome, ma non fa nulla).
Risultato: il fatto che la relazione fosse piuttosto “all’acqua di rose” e buona per tutti i partiti di governo, nonostante la contrarietà di Salvini al piano Ursula, viene oscurato.
Non mi dilungo, ma credo che il senso si sia capito.
Come diceva Moretti sul palco di Piazza Navona nel febbraio del 2002 (v. link in calce), con dietro di lui il “Gotha” dei dirigenti dell’Ulivo, Fassino e Rutelli: “Noi, mi dispiace dirlo, ma con questo tipo di dirigenti non vinceremo mai, mi dispiace molto…per vincere, bisogna saltare due, tre, quattro generazioni… ”. Amen.
La Meloni può dormire sonni tranquilli. Forse diventerà nonna, sedendo ancora a Palazzo Chigi.
Massimo Piccolo
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(Moretti )
https://www.youtube.com/watch?v=fUjjwXIGB_s
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