Bolsonaro condannato a 27 anni e 3 mesi di carcere…

Bolsonaro condannato a 27 anni e 3 mesi di carcere…

 

Apprendo dal sito del Grande Prof. Alessandro Orsini,  “Sicurezza internazionale.com”, che l’ex presidente del Brasile, Jair Bolsonaro è stato condannato dalla Corte suprema federale del Brasile, a 27 anni e 3 mesi di carcere per il tentato colpo di stato del 2022.

Secondo l’accusa, Bolsonaro, a metà 2021, vedendo che nei sondaggi Lula stava progredendo, aveva iniziato una campagna di discredito delle istituzioni brasiliane.

Dopo le elezioni presidenziali, vinte da Lula, le tensioni si trasformarono in proteste con accampamenti di protestanti financo davanti alle caserme, per convincere l’esercito ad intervenire. Cioè a sovvertire l’ordine democratico (Lula aveva vinto le elezioni o no?).

Tutto ciò al culmine delle proteste, ossia a gennaio 2023; quando migliaia di sostenitori radicali dell’ex presidente assaltarono il palazzo presidenziale di Planalto, il Parlamento e la stessa Corte Suprema. Secondo la Procura generale, quell’attacco rappresentò l’esecuzione finale del colpo di Stato, diretto personalmente da Bolsonaro con l’intento di instaurare una dittatura.

In merito a questa notizia, il paese buono per definizione, gli Usa, attraverso il suo Segretario di stato, Marco Antonio Rubio, in un suo post ha affermato che: 1) gli Stati Uniti daranno una “risposta per le rime”; 2) che la condanna a Bolsonaro è “una persecuzione politica”, dopo peraltro che Trump aveva dichiarato che trattavasi di “caccia alle streghe”; 3) che il giudice Alexandre de Moraes aveva guidato (insieme agli altri giudici, 5 in tutto) un processo ingiusto contro Bolsonaro, e che  quindi gli Usa lo sanzionano per violazione dei diritti umani (bla bla bla…); e che gli Usa reagiranno con “modalità equivalenti”.

Un mio amico direbbe, poco oxfordianamente: Sti…ca…, ma va? Invece il presidente Lula, molto più “pacatamente”, già nei giorni scorsi, in un messaggio alla nazione aveva chiaramente affermato che: “Il Brasile non sarà mai più una colonia di nessuno!”. Ahh, adesso di capisce perché il paese “buono” difende Bolsonaro: forse aveva idee diverse da Lula. Elementare Watson!

Ecco, uno si domanda? Ma che cosa ci azzecca l’Usa che interviene in una decisione della Corte federale del Brasile, su fatti interni del Brasile? Ma certo, come diceva Gaber: “L’America è un portatore sano di democrazia”. E quindi cerca da oltre 150 anni di “esportarla” nel mondo. Come un prodotto qualsiasi “Made in Usa”.

Ne sanno qualcosa i territori del Texas, California, Nuovo Messico, che erano territori messicani, ma dove, a metà dell’Ottocento, i “buoni” decisero che dovevano diventare…”Democratici”, e quindi per “fare prima” si annetterono direttamente detti territori. Ovviamente dopo avere sconfitto il Messico.

Nel resto del mondo poi, nel XX secolo possiamo “ammirare” i seguenti prodotti di “democrazia” da esportazione Made in Usa (solo dopo la seconda guerra mondiale, e solo le principali “esportazioni”):

  • Guerra di Corea: (1950–1953)
  • Guerra del Vietnam: (1964–1973)
  • Guerra del Golfo: (1990–1991)
  • Guerra in Afghanistan: (2001–2021)
  • Guerra in Iraq: (2003–2011)
  • Guerra al terrorismo: (dal 2001, a tempo indeterminato e ad “ad libitum”, contro i Paesi che a “insindacabile giudizio” degli Usa, “non si adeguano” alla loro “democrazia”).

 Infine, mi sorge spontanea una domanda: come mai gli Usa non sono intervenuti nel fatti interni italiani, quando la Corte Costituzionale italiana ha avallato gli “arresti domiciliari” previsti da D.p.c.m. ai tempi del Covid e successivo “green pass”, dei presidenti del Consiglio protempore, che manco nomino per carità di patria?

Ma come? Due pesi e due misure? Ahh! Vero. Loro ci sono abituati. Vedi Gaza e Ucraina.

Ma Signora mia, si può?

Massimo Piccolo

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