Il clima sta mettendo a dura prova persino la nostra quotidiana tazzina di caffè a causa dei continui rincari. L’industria del caffè, colpita dagli effetti dell’emergenza climatica, si trova ora ad affrontare spese ingenti che si rifletteranno inevitabilmente sui prezzi nei bar e nei supermercati.
A lanciare l’allarme un recente studio condotto da Ethos Agriculture, Conservation International e Solidaridad, organizzazioni impegnate nella salvaguardia dell’ambiente e nel monitoraggio del settore, secondo cui l’industria del caffè dovrà fare i conti con una domanda in crescita, profitti ridotti e la minaccia climatica che potrebbe dimezzare le terre adatte alla coltivazione entro il 2050. Il cambiamento climatico spingerà la produzione del caffè verso nuove regioni e la pressione sul settore cresce con le nuove regolamentazioni europee contro la deforestazione. Dal 2025, in Unione Europea, sarà vietata la vendita di caffè raccolto in aree sottratte alle foreste, una mossa che ha causato la perdita di 130 mila ettari ogni anno negli ultimi due decenni. Tuttavia, questo spostamento avrà un impatto maggiore sui piccoli produttori africani, che potrebbero faticare ad adattarsi ai nuovi standard imposti dall’UE a causa dei costi elevati e del limitato sostegno governativo. Così, la produzione si sposterà principalmente verso regioni più sviluppate come il Brasile, dove gli agricoltori dispongono di maggiori risorse per affrontare queste sfide.
Questa evoluzione ha già fatto riscontrare i primi effetti negativi anche sul mercato italiano: il prezzo dell’espresso al bar è aumentato mediamente del 11,5% rispetto al 2021, passando da 1,04 euro a 1,16 euro. In alcune province, il prezzo supera quota 1,20 euro a tazzina e Bolzano è la città con il caffè più caro, con una media di 1,34 euro a tazzina. In totale, gli italiani spendono oggi circa 720 milioni di euro in più all’anno per il caffè rispetto al 2021. Questo aumento, causato dai rincari dei prezzi, è il risultato di una combinazione tra l’aumento dei costi per i pubblici esercizi dovuti all’incremento delle bollette e l’aumento dei prezzi delle materie prime causato dalla guerra in Ucraina.
Giulia Lecis