Elezioni europee: Votare o non votare? Che fare?

Elezioni europee: Votare o non votare? Che fare?

 

In questi giorni molti elettori italiani sono “sull’orlo di una crisi di nervi”.

Com’è noto, infatti, giorno otto e nove giugno p.v. si voterà per eleggere il Parlamento europeo, che, notoriamente, non ha molta voce in capitolo nei provvedimenti che prende la Commissione europea. La quale, zitta zitta, cacchia cacchia, “regola” le vite di popoli europei al riparo da eventuali voti di sfiducia del c.d. “Parlamento” europeo. Non mi dilungo.

Ergo, il Parlamento europeo non conta una emerita cippa (si dice così?). L’unica cosa che fa di concreto, è eleggere il presidente della Commissione. Poi lui fa quello che vuole, insieme alla “docile” commissione (i commissari…).

È un po’ come l’elezione del Papa. Si riuniscono i cardinali (i parlamentari europei) ed eleggono il Papa (il presidente della Commissione). Il quale (Papa) poi governa vita natural durante (5 anni per la UE), senza che i cardinali possano eccepire sull’operato. Vi pare democrazia questa? Diciamo che per la UE stiamo parlando di un obbrobrio di “Monarchia costituzionale” (il Vaticano è questo).

Domanda: ma votare serve o non serve?

Come ormai hanno dimostrato i governi Conte-1 (in verità Conte-1 aveva iniziato bene, poi lo hanno azzoppato), Conte-2, Draghistan ed infine il Governo Meloni: chiunque sia al governo, poco può fare.

Infatti, i partiti che sono andati al governo, prima delle elezioni “tuonavano” bla bla bla… (non faccio neanche gli esempi), appena sono arrivati al governo, gli hanno nascosto le leve del comando. Cosa peraltro notoria. E quindi, in periodo di elezioni politiche, si baloccano con le note armi elettorali di distrazioni di massa.

In principio, fu Renzi, che ebbe la diabolica e geniale idea di dare 80 euro il primo maggio del 2014, ben sapendo che sarebbero andati in busa paga il 27 del mese di maggio, casualmente due giorni dopo il giorno del voto alle europee (il 25).

Infatti, il Fenomeno, portò il Pd a oltre il 40 per cento dei voti. Poi finì come finì. il resto, é ormai storia.

Che fare? Se non si vota lasciamo a minoranze organizzate di regolare le nostre vite.

Se si vota, è conclamato che ciò che i partiti dicono in campagna elettorale, poi non lo metteranno in pratica.

E’ davvero una scelta che ricorda quella “dell’alternativa del diavolo” (come fai fai, sbagli).

Una cosa è certa: se non si vota è sicuro che le élite dei poteri forti continueranno a fare il bello e cattivo tempo; se si vota, invece, abbiamo una speranza di cambiare qualcosa.

In definitiva. Come si dice: se ti arrendi, hai perso in partenza; se combatti, almeno hai una speranza di farcela. Ergo, se non voti ti arrendi, se voti (qualcuno che reputi coerente con quello che dice), almeno hai una speranza che le cose possano cambiare.

Massimo Piccolo

 

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