Al centro missionario dei Cappuccini a Milano, nel convento di piazzale Cimitero Maggiore 5, è giunto un nuovo appello dagli estremi confini della povertà. Lo scenario questa volta è la Thailandia, non quella delle spiagge e delle isole amate dai turisti, ma quella dei ‘popoli fantasma’, che lo Stato non riconosce in alcun modo. Senza identità civica, non hanno accesso a cure mediche, all’istruzione, ad alcun servizio pubblico.
Tra loro c’è una minoranza ancora più svantaggiata, la comunità dei profughi birmani cattolici, che scappando dalla guerra civile e dalla persecuzione, hanno lasciato alle spalle casa, parenti, ricordi, radici.
La Birmania, ufficialmente conosciuta come Myanmar, sta attraversando una profonda crisi politica, sociale, economica e umanitaria a seguito del colpo di Stato militare del febbraio 2021. Si stima che oltre 53.000 persone siano state uccise e più di 3 milioni siano sfollate. Oltre il 75% dei 55 milioni di abitanti in Myanmar vive in condizioni di disagio economico, con 13,3 milioni di individui alla fame. Le violazioni dei diritti umani sono all’ordine del giorno in particolare per i cattolici che rappresentano una minoranza rispetto alla maggioranza buddista. Le chiese vengono abbattute e la popolazione vessata. Il 15 febbraio, padre Donald Martin, parroco della chiesa di Nostra Signora di Lourdes nel villaggio di Kan Gyi Taw, è stato brutalmente assassinato.
Nella Parrocchia tailandese di Mae Teng, nella diocesi di Chiang Mai, nel nord del Paese, hanno trovato rifugio 350 birmani cattolici appartenenti alle tribù Kayaw, Kayah e Kayan. La morte di una bambina della tribù Kayaw, i cui genitori non sapevano a chi rivolgersi per il funerale, ha attirato l’attenzione dei Cappuccini operanti in loco, Fra Denchai, Fra Anuchit e, in particolare, Fra Thavidet, che hanno subito dato accoglienza alla famiglia celebrando il rito e accompagnandola nel lutto. Da quel momento i religiosi sono rimasti legati a tutti i profughi visitando spesso i loro villaggi, per conoscerne meglio i bisogni e per offrire sostegno spirituale e materiale. Gli uomini sono impiegati nell’addestramento di elefanti e le donne nella vendita di prodotti artigianali ai visitatori. Tuttavia, la loro condizione economica resta precaria senza permesso ufficiale di soggiorno e lavoro, senza diritti. I frati si sono mobilitati per fornire cibo, medicinali e altri beni essenziali, garantendo al tempo stesso celebrazioni liturgiche, i sacramenti e una vicinanza umana attiva.
Ora però la necessità più urgente riguarda l’istruzione di 45 bambini e ragazzi, che non possono permettersi le spese scolastiche, pari a circa 150 euro l’anno per ciascuno. Inoltre, servono risorse per acquistare farmaci e coprire le cure mediche, che nessuno riesce a pagare col poco che guadagna.
Spiega il direttore del Centro Missionario dei Cappuccini a Milano Fra Giovanni Cropelli: “Ci affidiamo ancora alla solidarietà di chi vorrà sostenere questo progetto durante la Quaresima aiutando questi fratelli cattolici birmani per cui abbiamo avviato una raccolta fondi. L’obiettivo è raggiungere 20.000 euro entro Pasqua, così da coprire i loro fabbisogni essenziali per un periodo significativo. Le offerte saranno gestite direttamente dai frati sul posto, con la massima trasparenza e senza alcun spreco. Un ringraziamento anticipato a tutti coloro che vorranno contribuire alla causa di queste persone lontane da noi ma nostri fratelli e sorelle in Cristo. Pace e bene!“