L’INCHIESTA/Avigliano – Potenza, un’ora per 19 chilometri in treni vecchi e non a norma

Non solo Basilicata e treni lumaca: a seguito dell’inchiesta del nostro Nicola Patruno sui disagi legati alla linea ferroviaria Matera – Bari, ecco una seconda puntata grazie ai nostri lettori di Avigliano (Potenza), che hanno contattato Quotidiano sociale per segnalare la situazione ancor più disastrosa della loro stazione.

“+Green, +Smart, +Accessibile”, questo lo slogan che ha accompagnato il “restauro” della Stazione di Avigliano ma che, nella realtà dei fatti, si potrebbe benissimo capovolgere in “Black, Dumb e Non accessibile”.

La stazione non è per niente “green”: i treni attualmente in funzione sono gli stessi di 70 anni fa, lenti, ma soprattutto inquinanti. Per andare da Avigliano a Potenza, nel 1953, anno in cui fu inaugurata la stazione, si impiegava 30 minuti. Oggi, nel 2023, 1 ora, se va bene 53 minuti. Il motivo? I treni in funzione sono proprio quelli del ’53: senza bagni, aria condizionata o prese elettriche. I treni nuovi promessi da Ferrovie Appulo Lucane (FAL), sono nel frattempo fermi nelle rimesse e non possono essere messi in funzione, a detta loro, per rischio di crolli nelle gallerie. Ormai da dieci anni, i pendolari che viaggiano su questa tratta sono costretti a viaggiare a 40 Km/h.

Altro problema cruciale riguarda la biglietteria e l’accesso alla stazione. A causa delle problematiche di sicurezza non risolte, infatti, è stata declassata a semplice fermata e di conseguenza FAL ha deciso di puntare sull’automatizzazione, installando dei tornelli all’ingresso. Per questo motivo, in stazione, non è più presente il personale e la biglietteria è stata sostituita da delle macchine automatiche per niente accessibili, in quanto non dotate di comandi vocali, rendendo impossibile ai non vedenti l’acquisto del biglietto. Ma non solo, i nuovi biglietti hanno validità di sole quattro ore a partire dall’obliterazione e questo rende impossibile, per esempio, acquistare un biglietto qualora si dovesse viaggiare anche il giorno dopo. Inoltre, se malauguratamente si dovesse avere la necessità di uscire dalla stazione per qualche minuto, e di dover rientrare per prendere il treno, si dovrebbe comprare un nuovo biglietto, perché altrimenti non si può uscire dalla stazione prima di 15 minuti.

Per quanto riguarda l’accessibilità, gli spazi non sono consoni ai disabili e l’unico strumento per i non vedenti è un misero pannello in braille con la mappa della stazione.

Per cercare di risolvere questi disagi, FAL ha istituito una linea sostitutiva di autobus mantenendo gli stessi orari dei treni, ma con un biglietto più costoso.

A nulla, purtroppo, sono servite le manifestazioni di dissenso dei cittadini preoccupati e stanchi di questa situazione. La risposta delle istituzioni viaggia lenta proprio come i loro treni e ancora non è arrivata. L’Assessorato alle Infrastrutture, inoltre, ignora le chiamate dei cittadini ed è arrivato addirittura a bloccarli sui social e a declinare le loro chiamate.

“Se chiamo con il mio numero non risponde nessuno, ma se provo con un altro cellulare mi rispondono” – dice Angelo, uno dei lettori che ci ha segnalato questo disservizio.

I cittadini, inoltre, il 20 giugno hanno protocollato una lettera all’assessora Donatella Merra, spiegando la situazione. Sono stati richiamati e hanno avuto un incontro, ma è risultato in un nulla di fatto: tante promesse a vuoto ed una situazione che degenera giorno dopo giorno.

Gli abitanti di Avigliano pertanto chiedono: riduzione immediata dei tempi di percorrenza del treno, bigliettazione libera e treni nuovi ma né FAL, né il sindaco, né l’assessorato hanno finora dato un segno tangibile di impegnarsi per risolvere il problema.

Viene quindi da chiedersi cosa si sia fatto in 12 anni di lavori, e se questi si siano effettivamente svolti. Sicuramente questa vicenda evidenzia il solito spreco all’italiana in cui i vari appaltatori si passano di mano in mano la palla, senza però portare a termine i lavori.

Giulia Lecis

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