C40 CITIES: Cosa nasconde davvero il programma di riduzione dei gas serra e cambiamenti climatici (di Francesco Paolo Cinquemani)*

Iniziamo richiamando l’attenzione sugli l’obiettivi dell’agenda Davos 2030 ancora in corsa, in ordine alla digitalizzazione e alle Smart City.

Le C40 ci vengono presentate come una rete globale di grandi città che operano per sviluppare e implementare politiche e programmi volti alla riduzione dell’emissione di gas serra e dei danni e dei rischi ambientali causati dai cambiamenti climatici.

Il progetto C40 è un processo iniziato nel 2005 dall’allora sindaco di Londra Ken Livingstone, che convocò i rappresentanti di 18 metropoli per proporre un accordo di cooperazione per la riduzione delle emissioni attraverso azioni decisive ed immediate, in modo da coordinare il loro intervento nell’affrontare una delle maggiori sfide economiche, sociali ed ambientali degli ultimi anni.

Già nel 2006 avevano aderito alla rete 40 città (da ciò nacque il nome dell’organizzazione), che oggi arrivano a quasi 100 città partecipanti.

Delle C40 in Italia fanno parte MILANO – BOLOGNA – ROMA e VENEZIA.

I sindaci delle città C40 si impegnano a utilizzare un approccio inclusivo, basato sulla scienza e collaborativo per dimezzare la loro giusta quota di emissioni entro il 2030, aiutare il mondo a limitare il riscaldamento globale a 1,5°C e costruire comunità sane, eque e resilienti.

Nel frattempo in TV il meteo ci informava che l’estate del 2022 era molto calda, ma guadiamo bene l’immagine:

In questa immagine, sono state messe a confronto l’estate del 2017 e l’estate del 2022.

I telespettatori più distratti avranno creduto che davvero lo scorso anno ha fatto più caldo, ma se verifichiamo con attenzione le temperature, si nota che le temperature del 2022 sono state più basse rispetto a quelle dell’estate del 2017. Il vero effetto che ha convinto i telespettatori dell’aumento delle temperature è stato l’impatto visivo, è bastato colorare di rosso la mappa mostrata per ingannare la mente.

Ci si chiede quindi, a quale scienza questo “comando” delle C40 (cosi si fanno chiamare sui loro siti ufficiali), faccia riferimento.

Già nel 2012 due illustri premi Nobel come il prof. Carlo Rubbia e il prof. Antonino Zichichi si sono dichiarati contro la teoria del surriscaldamento globale per mano dell’uomo, documentando tali affermazioni con dati e prove.

Si riporta un discorso tenuto nel 2014 dal prof. Carlo Rubbia, premio Nobel per la Fisica, nel corso di un’audizione in Senato.

Prof. Carlo Rubbia: “Sono una persona che ha lavorato almeno un quarto di secolo sulla questione dell’energia nei vari aspetti e, quindi, conosco le cose con grande chiarezza. Vorrei esprimere alcuni concetti rapidamente anche perché i tempi sono brevi. La prima osservazione é che il clima della Terra é sempre cambiato. Oggi noi pensiamo (in un certo senso, probabilmente, in maniera falsa) che, se teniamo la CO2 (Anidride Carbonica) sotto controllo, il clima della Terra resterà invariato. Questo non è assolutamente vero. Vorrei ricordare che durante il periodo dell’ultimo milione di anni la Terra è stata dominata da periodi di glaciazione in cui la temperatura media era di meno 10 gradi, tranne brevissimi periodi, in cui c’è stata la temperatura che è quella di oggi. L’ultimo è stato 10.000 anni fa, quando è cominciato il cambiamento con l’agricoltura, lo sviluppo eccetera, che è la base di tutta la nostra civilizzazione di oggi. Negli ultimi 2.000 anni, ad esempio, la temperatura della Terra è cambiata profondamente. Ai tempi dei Romani, Annibale ha attraversato le Alpi con gli elefanti per venire in Italia. Oggi non ci potrebbe venire, perché la temperatura della terra è inferiore a quella che era ai tempi dei Romani. Quindi, oggi gli elefanti non potrebbero attraversare la zona dove sono passati allora. C’è stato un periodo, nel Medioevo, in cui si è verificata una piccola glaciazione. Poi, intorno all’anno 1000 c’è stato un aumento di temperatura simile a quello dei tempi dei Romani. Ricordiamo che ai tempi dei Romani la temperatura era più alta di quella di oggi. Poi c’è stata una mini-glaciazione, durante il periodo del 1500 – 1600. Ad esempio, i Vichinghi hanno avuto degli enormi problemi di sopravvivenza a causa di questa mini-glaciazione, che si è sviluppata con cambiamenti di temperatura sostanziali. Se restiamo nel periodo degli ultimi 100 anni, ci sono stati dei cambiamenti climatici notevoli, che sono avvenuti ben prima dell’effetto antropogenico, dell’effetto serra e così via. Per esempio, negli anni Quaranta c’è stato un cambiamento sostanziale. La presenza dell’uomo ha probabilmente introdotto ulteriori cambiamenti. Non dimentichiamo che quando sono nato io, la popolazione della Terra era 3,7 volte inferiore a quella di oggi. Nella mia vita il consumo energetico primario è aumentato 11 volte. Per quanto riguarda il comportamento del pianeta, questo ha avuto effetti molto strani e contraddittori. Vorrei ricordare ad esempio che dal 2000 al 2014, la temperatura della Terra non è aumentata: essa è diminuita di 0,2 gradi e noi non abbiamo osservato negli ultimi 15 anni alcun cambiamento climatico di una certa dimensione. Questo è un fatto di cui tutti voi dovete rendere conto, perché non siamo di fronte ad un’esplosione della temperatura: la temperatura è aumentata fino al 2000: da quel momento siamo rimasti costanti, anzi siamo scesi di 0,2 gradi”.

A questo punto è doveroso aggiungere quanto affermato nel 2012 dal prof. Antonino Zichichi, professore emerito del dipartimento di Fisica Superiore dell’Università di Bologna e premio Nobel per la fisica e per la matematica, nel corso di un’intervista a “Il Giornale”: “Il motore climatico è in gran parte regolato dalla CO2 prodotta dalla natura, quella CO2 che nutre le piante ed evita che la Terra sia un luogo gelido e inospitale. Quella prodotta dagli esseri umani è una minima parte, eppure molti scienziati dicono che è quella minima parte a produrre gravi fenomeni perturbativi. Ma ogni volta che chiedo loro di esporre dei modelli matematici adeguati che sostengano la teoria (e comunque oltre ai modelli servirebbero degli esperimenti) non sono in grado di farlo. Serve un gruppo di matematici che controlli i modelli esistenti e dia dei responsi di attendibilità. Tra l’altro molto spesso i teorici dell’ecologia che criticano l’eccessiva produzione di CO2 sono gli stessi che si oppongono a testa bassa al nucleare”. In un’intervista a “Il Mattino” del 2017 il prof. Zichichi ha poi detto: “L’inquinamento esiste, è dannoso, e chiama in causa l’operato dell’uomo. Ma attribuire alla responsabilità umana il surriscaldamento globale è un’enormità senza alcun fondamento: puro inquinamento culturale. L’azione dell’uomo incide sul clima per non più del dieci per cento. Al novanta per cento, il cambiamento climatico è governato da fenomeni naturali dei quali, ad oggi, gli scienziati non conoscono e non possono conoscere le possibili evoluzioni future. Perché molti scienziati concordano sul riscaldamento globale dovuto all’attività umana? Perché hanno costruito modelli matematici buoni alla bisogna. Ricorrono a troppi parametri liberi, arbitrari. Alterano i calcoli con delle supposizioni per fare in modo che i risultati diano loro ragione. Ma il metodo scientifico è un’altra cosa”.

Diversa convinzione sole le affermazioni sostenute della scienza chiamata in causa dalle città coinvolte nella rete C40, che parrebbe più una scienza politicizzata a sostenere che le C40 sono i maggiori produttori di emissioni di gas serra per circa il 25% sul totale globale, e pertanto bisogna intervenire per portare questa percentuale a zero.

Sta di fatto che alle C40 non mancano finanziatori e partner che forniscono supporto critico e approfondimenti strategici per aiutare a far progredire la loro missione nel raggiungere obiettivi programmatici per il clima che si svolge attraverso la rete C40, (https://www.c40.org/funders-partners/) .

Una delle fonti di soluzioni innovative alla questione climatica, sta nel fare ricorso al Reinventing Cities, che è una competizione globale promossa da C40 con il supporto di Climate KIC fondato nel 2016 dall’Istituto Europeo per l’Innovazione e la Tecnologia, quest’ultimo è nato nel 2010.

La Climate-KIC è la comunità della Conoscenza e dell’Innovazione con sede a Bologna e ha l’obiettivo di riunire tutte le organizzazioni che rispondono alla sfida dei cambiamenti climatici attraverso la creatività e l’ingegno con l’obiettivo di contribuire al rinnovamento di settori come la bioedilizia, la chimica verde, l’agricoltura intelligente, tutte tecnologie fondamentali per le future Smart City o città di 15 minuti.

Da dove risulta tutto questo?

Tutto questo è facilmente reperibile sui siti ufficiali dei Comuni di MILANO – BOLOGNA – ROMA E VENEZIA.

Francesco Paolo Cinquemani

*avvocato

Fonti:

https://www.comune.venezia.it/it/content/c40-cities-e-connecting-delta-cities

https://www.comune.milano.it/aree-tematiche/rigenerazione-urbana-e-urbanistica/reinventing-cities

http://www.urbanistica.comune.roma.it/concorsi/c40.html

https://italy.climate-kic.org/chi-siamo/chi-siamo-italia/