Dare nuova vita alla plastica. E, allo stesso tempo, alle persone. È questo l’obiettivo di Redivivus, il progetto promosso da COREPLA – Consorzio Nazionale per la Raccolta, il Riciclo e il Recupero degli Imballaggi in Plastica – con il patrocinio del Ministero della Giustizia e la cura dell’associazione ManieMente.
La Sicilia è la prima regione a ospitare questa iniziativa innovativa, attiva negli Istituti Penali per i Minorenni e negli Uffici di Servizio Sociale per i Minorenni di Palermo, Catania, Acireale e Caltanissetta. Qui, attraverso laboratori artistici, giovani in situazioni di fragilità trasformano bottiglie in PET in opere d’arte, dando forma a un percorso educativo che unisce creatività, sostenibilità e consapevolezza.
“Il riciclo non è solo una scelta tecnica, è una scelta culturale – ha dichiarato Giovanni Cassuti, Presidente di Corepla -. È credere che ciò che sembra finito possa ancora dare qualcosa. Con Redivivus vogliamo costruire un ponte tra sostenibilità ambientale e inclusione sociale. Perché la plastica può rinascere, certo, ma possono rinascere anche le persone — se diamo loro ascolto, opportunità, strumenti. Questo progetto dimostra che la bellezza, anche in luoghi difficili, può diventare motore di cambiamento e dignità collettiva”.
Il progetto pilota, presentato all’Assemblea Regionale Siciliana, coinvolge istituzioni, operatori sociali e giovani in un cammino condiviso fatto di crescita, responsabilità e speranza. Ma soprattutto, insegna il valore del lavoro comunitario: ogni laboratorio è uno spazio dove si impara a collaborare, a condividere, a costruire insieme qualcosa che prima non c’era. Le opere saranno esposte in una mostra per raccontare a tutta la cittadinanza la forza dell’inclusione e della rieducazione sociale e far comprendere la possibilità di una seconda vita, dove anche il rifiuto può rinascere in qualcosa di bello e significativo e ogni risorsa può essere valorizzata per il bene comune.
“La Sicilia – conclude Cassuti – è una terra a cui Corepla è legata da tempo, con cui dialoga, collabora, cresce. Non solo per le sfide ambientali che affronta con coraggio, ma per l’energia, la bellezza e la dignità con cui interpreta ogni progetto di cambiamento. È una terra che non si arrende. Che guarda avanti. Che sa trasformare la complessità in possibilità”.
Un percorso tra rifiuto e riscatto
“Redivivus”, dal latino rinato, è più di un semplice laboratorio: è un’esperienza che restituisce dignità e visione a chi spesso è escluso dal futuro. In un contesto come quello del carcere minorile – dove il tempo sembra sospeso e i colori svaniti – l’arte diventa strumento di espressione, speranza e trasformazione personale.
Dove il riutilizzo della plastica diventa un gesto educativo e trasformativo: nei laboratori artistici, i giovani coinvolti trasformano bottiglie in PET in opere d’arte, dando forma a percorsi di consapevolezza e riscatto.
Attraverso otto corsi formativi attivati in diversi istituti siciliani, Redivivus dimostra che anche ciò che è stato scartato può tornare a vivere. Con questa iniziativa, COREPLA intende avvicinare i più giovani alla tutela dell’ambiente, promuovendo una cultura della sostenibilità, ma anche della rieducazione, dell’inclusione e del valore del bene comune.
“Redivivus”, dal latino rinato, è più di un semplice laboratorio: è un’esperienza che restituisce dignità e visione a chi spesso è escluso dal futuro. In un contesto come quello del carcere minorile – dove il tempo sembra sospeso e i colori svaniti – l’arte diventa strumento di espressione, speranza e trasformazione personale.
Attraverso otto corsi formativi attivati in istituti siciliani, il progetto dimostra che anche ciò che è stato scartato può tornare a vivere. E che la bellezza può fiorire anche nei luoghi più inaspettati.
“Crediamo che l’arte possa essere un linguaggio di riscatto, uno spazio dove ogni ragazzo possa riscoprire valore, talento e possibilità. Seguo questi laboratori da vicino e posso dirlo con certezza: Redivivus è molto più di un progetto educativo. È un percorso di trasformazione autentica. I ragazzi arrivano chiusi, disillusi, con lo sguardo basso. Poi, piano piano, qualcosa cambia. Scoprono di poter creare, decorare, immaginare. E, attraverso l’arte, cominciano a rivedere anche se stessi con occhi nuovi. Anche ciò che è stato scartato può tornare a vivere: la plastica, certo. Ma anche le storie. Ogni laboratorio è un’opportunità di bellezza e consapevolezza. Ogni opera è un ponte verso un futuro diverso. E ogni gesto creativo è un seme di fiducia che può germogliare in dignità ”, racconta Romina Scamardi, responsabile dell’associazione ManieMente.
Un messaggio politico e sociale
“Redivivus è un progetto che restituisce valore non solo alla plastica, ma alle persone. Come nella cultura giapponese, dove ciò che è rotto si ripara mettendone in luce le fratture, anche qui ciò che è stato scartato trova una nuova forma, un nuovo significato. Avete unito sostenibilità ambientale e inclusione sociale in modo tangibile, offrendo ai ragazzi non solo un’opportunità educativa, ma uno spazio di dignità e riscatto. È questo il compito più alto della politica: trasformare la fragilità in risorsa e il limite in possibilità”, ha dichiarato Nuccio Di Paola, Vicepresidente dell’Assemblea Regionale Siciliana.
Il progetto è stato presentato all’Assemblea Regionale Siciliana, con il coinvolgimento attivo di istituzioni, operatori sociali e comunità educative.
Cristiana Rotunno, Vicecapo Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità, ha sottolineato: “Il progetto REDIVIVUS coniuga in modo esemplare il concetto di risocializzazione e quello di salvaguardia dell’ambiente, nell’ottica della responsabilizzazione verso le nuove generazioni. Il Ministero della Giustizia è fortemente impegnato nel favorire le attività trattamentali, che – nel caso dei minorenni – sono sempre portate avanti con uno sguardo attento al preminente interesse del minore ” .
Una mostra per raccontare il cambiamento
Le opere realizzate nei laboratori saranno esposte in una mostra pubblica, aperta alla cittadinanza, per testimoniare la forza del cambiamento e la possibilità di una seconda vita: per i materiali, per le idee, per le persone.
Lo scorso dicembre, a Palermo, una prima anticipazione: un albero di Natale costruito con plastica riciclata e decorato a mano dai ragazzi dell’Istituto Penale per i Minorenni. Un gesto simbolico, diventato segnale concreto di una direzione: trasformare ciò che è stato scartato in luce.