Nelle nostre città si sta giocando una partita decisiva: il blocco delle auto diesel Euro 5, un provvedimento che rischia di fermare milioni di veicoli nel nome della qualità dell’aria. Ma è davvero una mossa coerente con le leggi che ci governano, o siamo di fronte a un paradosso che mette in discussione la fiducia nelle nostre istituzioni? È ora di fare chiarezza e chiederci: siamo sulla strada giusta o stiamo subendo decisioni che non reggono alla prova della logica e del diritto?
La Normativa Europea e la “Carta d’Identità” dell’Auto
Quando si parla di inquinamento veicolare, l’Europa ha dettato regole chiare. Il Regolamento (CE) n. 715/2007 è la bussola che ha guidato la produzione di veicoli Euro 5 ed Euro 6, stabilendo limiti di emissione ben precisi per gas come il monossido di carbonio (CO), gli ossidi di azoto (NOx) e il particolato (PM). Per darvi un’idea: un’auto diesel Euro 5 non può superare i 5 mg/km di particolato e i 180 mg/km di NOx. La più recente Euro 6, poi, ha ulteriormente abbassato l’asticella per i diesel, portando il limite di NOx a soli 80 mg/km. Questi non sono numeri a caso, ma soglie stabilite per proteggere la nostra salute e l’ambiente.
Ogni due anni, la vostra auto, sia essa Euro 5 o Euro 6, affronta un esame rigoroso: la revisione obbligatoria. Un controllo capillare, eseguito da officine autorizzate direttamente dal Ministero dei Trasporti. Questa revisione non è una semplice formalità; è un vero e proprio “esame di idoneità” che verifica, tra le altre cose, che il veicolo rispetti proprio quei limiti di emissione fissati dalle normative europee. Se un’auto supera la revisione, con il suo “bollino blu” integrato, significa che è conforme alle normative vigenti e, di conseguenza, è pienamente autorizzata a circolare.
Il Paradosso delle Ordinanze Locali: Un Puzzle Che Non Coincide
Ed è qui che emerge una contraddizione stridente. Come può un’ordinanza comunale o regionale, contraddire e annullare una certificazione di idoneità rilasciata da un organo dello Stato sulla base di direttive europee? È come se un medico di base decidesse di invalidare la diagnosi di uno specialista basandosi su un’impressione superficiale.
Le norme europee (come il Regolamento (CE) n. 715/2007) sono gerarchicamente superiori alle leggi nazionali e, a maggior ragione, alle ordinanze locali. È un principio fondamentale del diritto: la legge superiore prevale su quella inferiore. Un’ordinanza locale non può, per sua natura, violare una disposizione europea già recepita nel nostro ordinamento. Se così fosse, assisteremmo a un pericoloso precedente: ogni comune potrebbe decidere arbitrariamente quali veicoli far circolare, ignorando le regole valide per tutti i cittadini della nazione e dell’Unione Europea. Sarebbe come se ogni città avesse un proprio Codice della Strada, creando un caos normativo insostenibile e minando la certezza del diritto per i cittadini.
In un articolo di qualche tempo fa, avevo sollevato dubbi sulla validità di queste ordinanze, in quanto del tutto prive di motivazione, e dunque insanabilmente nulle ex art. 21-septies della Legge 241/90.
Il Vero Scopo e la Nostra Responsabilità Morale
Le limitazioni sembrano puntare a un’accelerazione forzata del ricambio del parco auto, forse in vista di una maggiore diffusione di sistemi di monitoraggio come il “MOVE-IN”. Ma questo approccio non è forse una scorciatoia che elude le vere problematiche? Invece di investire in infrastrutture (ad esempio, trasporti pubblici efficienti), in incentivi reali per auto a basso impatto ambientale e in controlli efficaci sulla manutenzione dei veicoli, si preferisce la soluzione più drastica e punitiva.
Questo blocco ci mette di fronte a una domanda scomoda: siamo disposti ad accettare passivamente decisioni che sembrano contraddittorie e che penalizzano economicamente milioni di famiglie, specialmente quelle che, avendo investito in un diesel Euro 5, hanno già fatto la loro parte per essere in regola con le normative ambientali dell’epoca? La responsabilità non è solo di chi emana le ordinanze, ma anche di noi cittadini. Siamo come un’orchestra in cui ognuno suona per sé, lamentandosi del caos, ma senza pretendere un’armonia comune. Se non esigiamo trasparenza, coerenza legale e rispetto dei principi fondamentali, stiamo in pratica avallando un sistema che, con la scusa dell’ambiente, rischia di creare ingiustizie e confusione.
È giunto il momento di smettere di accettare passivamente. Dobbiamo esigere che le politiche ambientali siano basate su solide fondamenta scientifiche e legali, non su soluzioni emergenziali che ignorano il quadro normativo esistente. Chiediamo che la revisione auto, un processo già certificato e affidabile, sia lo strumento per garantire la circolazione dei veicoli a norma. La nostra voce deve diventare un coro unanime che chiede chiarezza, coerenza e rispetto dei diritti di tutti. Il sistema, alla fine, siamo noi, e la possibilità di cambiarlo, o di accettarlo acriticamente, è nelle nostre mani.
Francesco Paolo Cinquemani
*avvocato
Fonti:
– https://www.certifico.com/trasporto/trasporto-strada/18107-regolamento-ce-n-715-2007
– https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX%3A02007R0715-20121231