Nel cuore della pandemia da COVID-19, mentre il mondo cercava risposte e soluzioni, alcune voci fuori dal coro hanno sollevato dubbi profondi sulla gestione dell’emergenza. Tra queste, quella di Sasha Latypova — ex dirigente dell’industria farmaceutica — si distingue per la gravità delle accuse e la mole di documentazione presentata. Insieme alla ricercatrice Katherine Watt, Latypova sostiene che il programma vaccinale statunitense sia stato gestito non come un’iniziativa sanitaria, ma come un’operazione militare sotto il controllo del Dipartimento della Difesa (DoD).
Un’operazione militare mascherata da risposta sanitaria
Secondo Latypova, la pandemia sarebbe stata trattata come una minaccia alla sicurezza nazionale, e i vaccini come “contromisure mediche” — una categoria che consente al governo di aggirare le normative sanitarie tradizionali. In questo quadro, il DoD avrebbe stipulato contratti speciali noti come “Other Transactions Authority” (OTA), che permettono di finanziare prototipi senza passare per le regole del Federal Acquisition Regulation (FAR).
Questi contratti, spesso riservati a progetti sperimentali, avrebbero consentito la produzione e distribuzione di vaccini senza le consuete verifiche di sicurezza, efficacia e conformità. Latypova cita documenti ufficiali che mostrano come Pfizer e altre aziende abbiano operato sotto la supervisione diretta del DoD, con il governo come “produttore” e le aziende come “appaltatori”.
🔗 COVID-19 Vaccine Contract Data – Transparency International
🔗 Understanding OTA in Government Contracting – DoDContract.com
Il quadro legale: immunità e opacità
Katherine Watt ha analizzato il quadro giuridico che avrebbe reso possibile questa gestione. Secondo la sua ricerca, il Public Readiness and Emergency Preparedness Act (PREP Act) del 2005 garantisce immunità legale ai produttori di contromisure mediche durante le emergenze sanitarie, salvo casi di dolo. Questo significa che, anche in presenza di effetti avversi gravi, le aziende non possono essere citate in giudizio, a meno che non si dimostri una condotta dolosa — un onere probatorio quasi insormontabile.
🔗 PREP Act – U.S. Department of Health and Human Services
🔗 Wikipedia – Public Readiness and Emergency Preparedness Act
Watt sostiene inoltre che, attraverso una serie di dichiarazioni di emergenza e ordini esecutivi, il governo avrebbe creato una “kill box legale” — un sistema normativo che consente di mentire al pubblico, censurare trattamenti alternativi e impedire il dissenso medico.
🔗 Bailiwick News – Katherine Watt’s Substack
🔗 Podcast: Legal Walls of the COVID-19 Kill Box
Trattamenti alternativi e censura terapeutica
Latypova e Watt denunciano anche la sistematica soppressione di terapie alternative come l’ivermectina e l’idrossiclorochina. Medici come Peter McCullough e Pierre Kory, che ne hanno promosso l’uso in protocolli di trattamento precoce, sono stati accusati di disinformazione e hanno perso le certificazioni professionali.
🔗 Dr. McCullough Early Treatment Protocol – OneDayMD
🔗 Pierre Kory – Wikipedia
🔗 Doctors Accused of Misinformation – UNMC
Secondo McCullough, l’approccio “aspettare e vedere” imposto dalle autorità ha causato migliaia di morti evitabili. Kory, cofondatore della FLCCC Alliance, ha sostenuto che il vaccino stesso possa causare sintomi simili al long COVID, e ha proposto protocolli di trattamento per la sindrome post-vaccinale.
🔗 FLCCC I-Recover Protocol – OneDayMD
Una narrazione sostenuta da contratti e documenti ufficiali
Le affermazioni di Sasha Latypova non si fondano su mere speculazioni, ma su un’analisi dettagliata di contratti governativi, documenti legali e fonti ufficiali che delineano un quadro sorprendente: il programma vaccinale anti-COVID-19 sarebbe stato gestito come un’operazione militare, sotto la supervisione del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti (DoD), e non come una normale risposta sanitaria.
Latypova ha esaminato i contratti stipulati tra il DoD e aziende farmaceutiche come Pfizer e Moderna, evidenziando come questi siano stati redatti sotto l’autorità speciale nota come “Other Transactions Authority” (OTA). Questo strumento consente al governo di finanziare progetti sperimentali al di fuori delle regole del Federal Acquisition Regulation (FAR), escludendo quindi le garanzie di conformità, sicurezza ed efficacia normalmente richieste per i farmaci destinati al pubblico.
In particolare, il contratto tra il DoD e Moderna per il vaccino mRNA-1273 mostra che il governo statunitense ha co-sviluppato il prodotto, ne detiene parte della proprietà intellettuale e ha finanziato direttamente la ricerca preclinica e clinica. Il vaccino, dunque, non sarebbe stato un prodotto commerciale sottoposto a revisione indipendente, ma una “contromisura medica” classificata come prototipo militare.
Queste informazioni sono raccolte e approfondite nel documento “The Covid Dossier”, compilato da Latypova e dalla ricercatrice Debbie Lerman. Il dossier analizza la risposta globale alla pandemia come un’operazione di biodefesa coordinata da alleanze militari e agenzie di intelligence, tra cui NATO, EU, WHO e vari ministeri della difesa nazionali. Viene citata anche la legge italiana 124/2007, che regola la trasmissione di documenti riservati attraverso canali militari, suggerendo un coinvolgimento diretto della Difesa anche nel contesto italiano.
🔗 The Vault Project – Analisi dei contratti DoD-Moderna
🔗 The Covid Dossier – Coordinamento militare globale nella risposta al COVID
In parallelo, documenti ottenuti tramite il Freedom of Information Act (FOIA) hanno rivelato che Pfizer avrebbe omesso test di sicurezza fondamentali e che le autorità regolatorie, come CDC e FDA, avrebbero diffuso informazioni fuorvianti sulla distribuzione del vaccino nell’organismo. Latypova ha analizzato le prime 400 pagine rilasciate, evidenziando discrepanze tra i dati interni e le dichiarazioni pubbliche.
🔗 Podcast BS Free MD – Analisi dei documenti Pfizer
Questa mole di documentazione — contratti, dossier, FOIA, leggi di emergenza — non solo rafforza la narrazione proposta da Latypova, ma impone una riflessione urgente: se la pandemia è stata gestita come una guerra biologica, quali sono le implicazioni etiche, giuridiche e democratiche di tale approccio? E soprattutto, chi ha davvero avuto voce in capitolo nella definizione delle strategie sanitarie?
Conclusione: il diritto alla verità
In un’epoca segnata dalla polarizzazione e dalla sfiducia nelle istituzioni, il diritto all’informazione indipendente è fondamentale. Le rivelazioni di Latypova e Watt ci dimostrano che con l’emergenza covid la salute pubblica è stata gestita non con rigore scientifico, ma con logiche militari imposte alla politica mondiale.
Francesco Paolo Cinquemani
*avvocato
Fonti:
- https://ti-health.org/covid-19-vaccine-contract-data/
- https://www.dodcontract.com/blog/Understanding%20Other%20Transaction%20Authority%20%28OTA%29%20in%20Government%20Contracting
- https://aspr.hhs.gov/legal/PREPact/Pages/default.aspx
- https://en.wikipedia.org/wiki/Public_Readiness_and_Emergency_Preparedness_Act
- https://www.youtube.com/watch?v=q9mFc4_5S0A
- https://open.spotify.com/episode/5YzK0cagBmOo3cvWxcIUoB
- https://covid19.onedaymd.com/2021/11/dr-peter-mccullough-early-treatment.html
- https://en.wikipedia.org/wiki/Pierre_Kory
- https://www.unmc.edu/healthsecurity/transmission/2024/08/14/doctors-accused-of-spreading-misinformation-lose-certifications/
- https://covid19.onedaymd.com/2022/05/treatment-for-post-vaccine-syndrome-i.html
- https://thevaultproject.org/author/sasha-latypova/
- https://www.wissenschaftstehtauf.ch/The_Covid_Dossier.pdf
- https://www.youtube.com/watch?v=9dTEl6SwQq8