Secondo le prime ricostruzioni, i malviventi si sarebbero introdotti all’interno del museo passando dal lato sulla Senna, grazie all’aiuto di un montacarichi. Poi la fuga a bordo di due scooter, portandosi via un bottino dal valore inestimabile
Un furto da manuale del crimine, un colpo degno di uno spettacolare film d’azione, messo a segno in una mattinata di ottobre che avrebbe dovuto essere tranquilla al Louvre di Parigi, il museo più visitato (e sorvegliato) del mondo, con 9 milioni di presenze all’anno. Alle 9.30 di domenica 19 ottobre, quattro ladri incappucciati hanno sfidato la sicurezza del celebre edificio parigino, penetrando nella Galleria d’Apollo, che ospita la collezione dei gioielli della corona di Francia, tra cui i più preziosi appartenuti alla famiglia Bonaparte.
In appena sette minuti, i banditi hanno distrutto due teche blindate, sottraendo otto pezzi dal valore storico e artistico inestimabile.
“Il furto commesso al Louvre è un attentato a un patrimonio che amiamo perché è la nostra storia”, scrive in un post su X il presidente francese Emmanuel Macron, che poi assicura: “Recupereremo le opere e i responsabili saranno assicurati alla giustizia, si sta facendo tutto il possibile, ovunque, per raggiungere questo obiettivo, sotto la guida della Procura di Parigi”. Secondo le prime ricostruzioni, rese note dal ministro dell’Interno Laurent Nuñez e dalla stampa francese, la banda era composta da quattro individui ben organizzati: due travestiti da operai, con indosso gilet ad alta visibilità – uno giallo e uno arancione – e due complici pronti alla fuga a bordo di due scooter. I due falsi operai sono arrivati davanti al museo, al Quai François Mitterrand, utilizzando un montacarichi montato su un camion e delimitando l’area con coni segnaletici per non destare sospetti tra i passanti e il personale. Utilizzando una smerigliatrice, i ladri hanno forzato una finestra del primo piano del Louvre, accedendo alla sontuosa Galleria d’Apollo.
In pochi minuti, i malviventi hanno rotto le vetrine blindate delle collezioni “gioielli di Napoleone” e “gioielli dei sovrani francesi” utilizzando lo stesso attrezzo. Dopo aver messo le mani sul bottino, i quattro malviventi sono fuggiti rapidamente verso l’autostrada A6, dirigendosi fuori Parigi. La polizia ha trovato a breve distanza dallo scenario del furto due smerigliatrici, un cannello per saldare, guanti, una coperta, benzina e un walkie-talkie, strumenti che dimostrano la preparazione meticolosa del gruppo. Tra gli oggetti ritrovati, spicca la corona delll’imperatrice Eugenia de Montijo (1826-1920) – moglie di Napoleone III, ultima sovrana di Francia – abbandonata dai ladri ma fortunatamente recuperata danneggiata e non distrutta. La corona è un gioiello unico nel suo genere, alto 13 cm e largo 15, realizzato dal celebre gioielliere Alexandre-Gabriel Lemonnier e presentato all’Esposizione Universale del 1855. Incastonata con 1.354 diamanti e 56 smeraldi, sormontata da otto archi a forma di aquila, la corona è considerata uno dei simboli più luminosi del Secondo Impero francese e della maestria artigianale del tempo.