Pfizer Papers: Rivelazioni al Parlamento Europeo su Efficacia e Sicurezza dei Vaccini a mRNA

Pfizer Papers: Rivelazioni al Parlamento Europeo su Efficacia e Sicurezza dei Vaccini a mRNA

In una sessione di notevole impatto tenutasi al Parlamento Europeo il 3 settembre 2025, la giornalista e consulente Naomi Wolf, introdotta dall’eurodeputata Christine Anderson, ha presentato i risultati di un’analisi approfondita di centinaia di migliaia di documenti interni di Pfizer, ottenuti tramite un’azione legale negli Stati Uniti. Questi documenti, noti come “The Pfizer Papers”, rappresentano una conferma autorevole delle preoccupazioni che numerosi cittadini tra i quali molti professionisti del settore avevano tentato, spesso invano, di portare all’attenzione dell’opinione pubblica e delle istituzioni. Le informazioni emerse sollevano interrogativi fondamentali sulla trasparenza, sull’efficacia e sulla sicurezza dei vaccini a mRNA, temi che per lungo tempo sono rimasti ai margini del dibattito ufficiale.

L’analisi è stata condotta da un team multidisciplinare di circa 3.500 professionisti, inclusi medici e avvocati, che hanno esaminato la documentazione resa pubblica a seguito di una causa intentata nel 2022 dall’avvocato Aaron Siri. Tale azione legale ha costretto la Food and Drug Administration (FDA) statunitense a rilasciare circa 450.000 pagine di dati che Pfizer aveva sottomesso per l’approvazione del suo vaccino. Le conclusioni presentate da Wolf, basate su questi documenti primari, delineano un quadro che si discosta significativamente dalla narrativa ufficiale.

Inefficacia Presunta e Menzogne Fondative

Il primo e più dirompente dato emerso sarebbe la presunta consapevolezza, da parte di Pfizer, dell’inefficacia del proprio vaccino nel prevenire la trasmissione del Covid-19, una conoscenza che risalirebbe già a novembre 2020, appena un mese dopo l’avvio della campagna di somministrazione pubblica. Secondo Wolf, questa rivelazione minerebbe alla base la legittimità di tutte le misure coercitive successive, come gli obblighi vaccinali, i licenziamenti per inadempienza e le restrizioni imposte a cittadini e imprese, poiché fondate su una premessa che la stessa azienda farmaceutica sapeva essere falsa.

Contrariamente a quanto comunicato al pubblico, ovvero che il materiale inoculato sarebbe rimasto confinato nel muscolo deltoide, i documenti interni di Pfizer mostrerebbero una realtà differente. Grafici e dati rivelerebbero che i componenti del vaccino – incluse le nanoparticelle lipidiche (LNP), l’mRNA e la proteina spike – non rimanevano nel sito di iniezione, ma si distribuivano in tutto l’organismo entro 48 ore, raggiungendo organi vitali e superando persino la barriera emato-encefalica. I documenti regolatori, pur riconoscendo una certa distribuzione, indicano come siti principali i linfonodi e il fegato, ma l’analisi dei “Pfizer Papers” evidenzierebbe accumuli anche nelle ghiandole surrenali, nella milza e, in modo preoccupante, nelle ovaie.

Un Catalogo di Effetti Avversi Sistemici

L’analisi dei documenti ha portato alla luce un’impressionante mole di eventi avversi segnalati nei primissimi mesi della campagna vaccinale. Pfizer avrebbe dovuto assumere 2.400 nuovi dipendenti a tempo pieno solo per gestire l’enorme flusso di segnalazioni, che tra novembre 2020 e febbraio 2021 ammontavano già a oltre 42.000 casi gravi.

Gli effetti collaterali più comuni riportati includevano mialgia (dolore muscolare) e artralgia (dolore articolare), sintomi di un’infiammazione sistemica diffusa. Tuttavia, il quadro si aggrava con la segnalazione di gravi patologie cardiache, come miocarditi e pericarditi, disturbi dell’aorta e una vasta gamma di problemi ematologici, tra cui trombosi, trombocitopenia e coaguli sanguigni. Secondo gli esperti che hanno analizzato i documenti, le stesse nanoparticelle lipidiche, note da tempo nel settore per la loro capacità di indurre coagulazione, sarebbero state responsabili anche della distruzione della guaina mielinica dei nervi, portando a disturbi neurologici gravi come tremori, sindrome di Guillain-Barré, demenza e crisi epilettiche.

Un aspetto particolarmente grave riguarda la presunta consapevolezza dei rischi per i più giovani. Già nell’aprile 2021, Pfizer sarebbe stata a conoscenza di lesioni cardiache, incluse miocarditi, in 35 bambini a seguito della vaccinazione. L’accusa di Wolf è che queste informazioni non solo non siano state divulgate, ma attivamente occultate. Documenti ottenuti tramite il Freedom of Information Act (FOIA) suggerirebbero che l’amministrazione Biden e il CDC fossero stati allertati dal Ministero della Salute israeliano sui rischi cardiaci nei minori, ma avrebbero scelto di non informare il pubblico per non compromettere la campagna vaccinale.

L’Ossessione per la Riproduzione Umana

Uno degli aspetti più sorprendenti e inquietanti emersi dai “Pfizer Papers” è, secondo Wolf, la sproporzionata attenzione dedicata alla sfera riproduttiva, a fronte di una quasi totale assenza di ricerche sugli effetti polmonari, che ci si aspetterebbe per un vaccino contro una malattia respiratoria. I documenti rivelerebbero studi dettagliati sugli effetti del vaccino su spermatozoi, tube di Falloppio, ovuli, placenta, feti e allattamento, delineando quella che Wolf definisce una “ossessiva e totale strategia per compromettere la riproduzione umana”.

Le scoperte includono:

  • Danni alla riproduzione femminile: Le nanoparticelle lipidiche, capaci di attraversare la barriera placentare, avrebbero causato calcificazioni e danni alla placenta, compromettendo l’apporto di nutrienti e ossigeno al feto. Questo sarebbe correlato a un aumento della mortalità materna e fetale registrato in Occidente dopo l’inizio delle vaccinazioni. Inoltre, i documenti riporterebbero decine di migliaia di casi di gravi disturbi mestruali. In uno studio su 270 donne rimaste incinte durante i trial, i dati di 234 gravidanze sarebbero andati “persi”, e delle 36 monitorate, oltre l’80% avrebbe subito un aborto spontaneo.
  • Danni alla riproduzione maschile: I documenti mostrerebbero che le LNP danneggiano le cellule di Leydig e Sertoli nei testicoli dei feti maschi in utero, sollevando dubbi sulla loro futura fertilità. Per gli uomini adulti, un rapporto di andrologia citato confermerebbe una riduzione del numero e della motilità degli spermatozoi post-vaccinazione. È significativo che il protocollo di Pfizer per i trial clinici avvertisse i partecipanti maschi di non avere rapporti non protetti con donne in età fertile, citando un rischio di esposizione al contenuto del vaccino tramite “contatto cutaneo, inalazione e fluidi corporei come lo sperma”.
  • Rischi per i neonati: Un rapporto interno su gravidanza e allattamento, preparato per la Casa Bianca, documenterebbe esperimenti su neonati, con almeno tre decessi. Bambini allattati da madri vaccinate avrebbero manifestato gravi reazioni avverse, tra cui convulsioni e insufficienza multiorgano.

Implicazioni Geopolitiche e il Legame con la Cina

Naomi Wolf ha concluso il suo intervento esortando il Parlamento Europeo a indagare non solo sugli aspetti medici, ma anche su quelli geopolitici. Ha sollevato il sospetto che il vaccino possa essere stato impiegato come “arma biologica per ridurre le popolazioni occidentali”. A sostegno di questa tesi, ha evidenziato una distribuzione non casuale degli eventi avversi gravi, concentrati in modo sproporzionato nelle principali democrazie occidentali (Stati Uniti, Germania, Francia, Regno Unito, Italia, Spagna), mentre i restanti 52 paesi del mondo rappresenterebbero una frazione minoritaria dei casi.

Un elemento chiave di questa ipotesi è il legame tra BioNTech, partner tedesco di Pfizer, e Fosun Pharma, un colosso farmaceutico cinese. Mentre Pfizer e BioNTech sviluppavano e distribuivano il vaccino in Occidente, BioNTech aveva siglato un accordo parallelo ed esclusivo con Fosun per lo sviluppo e la commercializzazione dello stesso vaccino (BNT162) in Cina, Hong Kong, Macao e Taiwan. È degno di nota, secondo Wolf, che le autorità cinesi abbiano rifiutato di approvare il vaccino per la propria popolazione, nonostante la partnership strategica. L’obbligo vaccinale in Occidente ha colpito figure strategiche come militari, piloti, forze speciali, personale sanitario e studenti universitari, un dato che, secondo Wolf, merita un’attenta riflessione nel contesto di queste alleanze commerciali.

Le accuse presentate al Parlamento Europeo, supportate da azioni simili negli Stati Uniti come l’inchiesta del senatore Ron Johnson, aprono uno scenario di enorme gravità che richiede una verifica istituzionale approfondita e trasparente.

Conclusioni

Le rivelazioni contenute nei “Pfizer Papers” non possono essere archiviate come semplici controversie scientifiche o divergenze di opinione. Esse delineano un quadro di omissioni, negligenze e potenziali responsabilità che travalicano il campo della sanità pubblica per entrare pienamente in quello della giustizia.

Non si tratta solo di dati clinici o di dispute accademiche: si tratta di vite umane, di famiglie colpite da eventi avversi gravi, di bambini danneggiati, di donne che hanno perso gravidanze, di cittadini che hanno subito pressioni, esclusioni, licenziamenti. Si tratta di una ferita collettiva che ha minato la fiducia nelle istituzioni, nella scienza e nella tutela dei diritti fondamentali.

È dovere delle autorità giudiziarie, nazionali e sovranazionali, attivarsi con urgenza per accertare i fatti, individuare eventuali responsabilità penali e civili, e garantire giustizia alle vittime. Non può esserci vera salute pubblica senza verità, e non può esserci verità senza trasparenza, responsabilità e riparazione.

Restituire dignità alle persone significa riconoscere il dolore subito, ascoltare le testimonianze ignorate, e agire affinché simili violazioni non si ripetano mai più. La macchina della giustizia non può restare immobile di fronte a un tale patrimonio documentale: è tempo di indagare, giudicare e, se necessario, condannare. Perché la salute pubblica non può poggiare sulla censura, ma solo sulla fiducia. E la fiducia si ricostruisce con la verità.

Francesco Paolo Cinquemani

*avvocato

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